martedì 31 ottobre 2017

RVL: Trijumf Jadrana, porazi Budve, Primorca (Snimak meča iz Budve) i Katara

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Pobjeda i tri poraza to je učinak crnogorskih vaterpolo klubova u mečevima 3. kola u regionalnoj A1 i A2 ligi.
Vaterpolisti Jadrana Carine pobijedili su večeras u Splitu ekipu Jadrana 10:8. Statistiku sa meča možete pogledati OVDJE.
Primorac je u Budvi izgubio od dubrovačkog Juga 16:9. Statistiku sa meča možete pogledati OVDJE. Snimak meča možete pogledati OVDJE.
Budva je u Splitu poražena od POŠK-a 11:7. Statistiku sa meča možete pogledati OVDJE.
Poraz je upisao i Kataro u A2 ligi u Novom Sadu od Vojvodine 12:6. Statistiku sa meča možete pogledati OVDJE.
Rezultate, raspored,statistiku i tabele u obje lige možete pogledati OVDJE.

Aleksandar Ciric il persiano

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“La nostra vita è la pallanuoto e non importa se la vivi nel tuo paese o all’estero”. Aleksandar Ciric è stato un grande campione e quando ha smesso di giocare, a 37 anni, è volato in Iran per continuare a vivere la pallanuoto da allenatore, come c.t. della nazionale persiana. Con lui alla guida, l’Iran ha compiuto importanti progressi, arrivando a conquistare il quarto posto ai campionati asiatici 2016 e a raggiungere la finale del Water Polo Development Trophy disputato pochi giorni fa a Malta. L’Iran è stato poi squalificato insieme alla nazionale maltese in maniera molto fiscale per uno scontro tra i giocatori scoppiato al termine della partita, con l’oro che è finito all’Uruguay. A inizio ottobre, Ciric ha ricevuto a Teheran il c.t. del Settebello Sandro Campagna e il presidente Fin Paolo Barelli per definire un accordo di cooperazione tecnica tra le due federazioni. L’Iran, dunque, sembra una nazione interessata a crescere nel panorama della pallanuoto internazionale.
Coach Ciric, qual è l’obiettivo della pallanuoto iraniana?
Aleksandar Ciric s'è ritirato nel maggio 2015, ad agosto dello stesso anno è diventato c.t. dell'Iran
Aleksandar Ciric s’è ritirato nel maggio 2015, ad agosto dello stesso anno è diventato c.t. dell’Iran
Vogliamo raggiungere le realtà asiatiche più avanzate, come il Giappone, la Cina e il Kazakistan. Ai campionati asiatici siamo riusciti a pareggiare con la Cina, perdendo poi ai rigori: è stata la prima volta dai tempi della rivoluzione islamica. Abbiamo compiuto dei passi avanti, ora dobbiamo continuare con questo ritmo, lavorare di più: il gap è ancora grande.
Il Giappone è in crescita, la Cina vuole provarci e per riuscirci s’è affidata a due tecnici europei come Petar Porobic (per la nazionale maschile) e Mladen Klikovac (per la femminile). In Thailandia la pallanuoto femminile ha compiuto passi da gigante grazie a Daniele Ferri. La sensazione è che qualcosa si muova a Oriente.  
Non è solo la pallanuoto, ma l’intero equilibrio mondiale si sposta verso Est: il futuro è in Asia. Nella pallanuoto la lezione del Giappone può essere da esempio. Hanno inventato un loro stile di gioco: sanno che non possono contrastare fisicamente le nazionali europei e così puntano sulla velocità. Alle Olimpiadi hanno creato problemi a Grecia e Serbia.
Anche l’Iran può crescere tanto? 
L'Iran festeggia la vittoria della semifinale del Water Polo Development Trophy contro l'Uruguay
L’Iran festeggia la vittoria della semifinale del Water Polo Development Trophy contro l’Uruguay
La situazione è più difficile. L’Iran è un grande paese, conta 80 milioni di abitanti e si affaccia su due mari, ma la base dei pallanuotisti è ristretta, nonostante gli iraniani siano un popolo con grande talento nello sport. I ragazzi iniziano a giocare a 10-12 anni, affrontano le prime competizioni locali a 15 anni e il primo campionato nazionale solo a 17. A livello senior, ci sono 7 squadre nella massima serie, 6 nella seconda. Due sono dei gruppi sportivi delle forze armate, visto che tutti i ragazzi devono svolgere due anni di servizio militare. Si pratica la pallanuoto in tante città, come Teheran, Tabriz, Esfahan, Kermanshah, Yazd, Shiraz o Omidiyeh, ma la maggior parte di queste non ha una prima squadra e quindi i ragazzi più dotati devono spostarsi a Teheran o nelle squadre militari. Io lavoro con gli U17 e gli U20, oltre che con i senior, provando ad alzare il livello degli allenamenti e parallelamente elevando l’istruzione tecnica degli allenatori iraniani. È il modo più veloce per migliorare.
Quanto tempo trascorre in Iran?
Più o meno 9 mesi l’anno. Sono arrivato a Teheran dopo essere stato contattato da Mohsen Rezvani, il più grande pallanuotista della storia iraniana. Guardandomi indietro, dopo 2 anni di lavoro, sono contentissimo: abbiamo compiuto enormi progressi. Questo paese è completamente diverso da come viene raccontato o dipinto dalla propaganda avversa. Gli iraniani sono generosi, educati e con un enorme talento. Vogliono crescere nello sport, anche nella pallanuoto.
Paolo Barelli ha confessato che la federazione iraniana sta cercando un allenatrice straniera a cui affidare la costruzione di una nazionale femminile. Sarebbe un passo avanti straordinario per le donne iraniane. 
Non so nulla di tutto ciò, ma conosco tante sportive serbe che hanno lavorato in Iran, nella pallavolo o nella pallamano, trovandosi bene.
Come potrebbe conciliarsi la pallanuoto con il dress code islamico, che impone alle ragazze di mostrare solo volto e mani?
Non saprei, ma gli iraniani sono più aperti di quanto gli occidentali possano pensare, specie quando si tratta di sport. Recentemente la mia nazionale è andata in tv: la regia inquadrava i giocatori solo quando erano in acqua evitando di farli vedere in costume fuori dalla vasca. È stato un primo passo importante.
La Federnuoto italiana ha annunciato una collaborazione con quella iraniana. Quanto sarà importante per la sua squadra potersi confrontare con il Settebello?
Ciric (il quarto nella fila in basso) insieme a Campagna, Barelli e ai tecnici iraniani
Ciric (il quarto nella fila in basso) insieme a Campagna, Barelli e ai tecnici iraniani
Sarà fondamentale, i miei giocatori devono affrontare dei campioni, toccarli, lottare con loro per capire quanto ancora devono lavorare, quanto è difficile essere un campione. Per diventare un grande atleta bisogna sognarlo e poi lavorare più di tutti. Io ho iniziato a sognare da bambino ed è stato anche merito di Sandro Campagna. Lui giocò la mitica finale del Mondiale ’86 tra Jugoslavia e Italia: io mio fratello avevamo un VHS di quella gara, l’abbiamo vista miliardi di volte, innamorandoci della pallanuoto.
Siete reduci dal Water Polo Development Trophy di Malta. Al di là dell’episodio finale, è stato un torneo utile per migliorarvi?
Giocare e allenarsi con squadre del nostro stesso livello è importante quanto prendere sberle da un top team. La vittoria su Malta per 12-8 nella prima partita del torneo è un risultato importante, che ci dà la spinta per continuare a lavorare.
Cosa dovrebbe fare la Fina per aiutare lo sviluppo della pallanuoto iraniana?
Permetterci di partecipare al prossimo Intercontinental Tournament di World League sarebbe importante. La Fina deve capire che l’Iran è una nazionale sulla quale si può scommettere.
A 40 anni le manca la pallanuoto giocata?
In carriera Ciric ha vinto un oro ai Mondiali e 3 agli Europei. Nel suo palmares, uno scudetto a Brescia (2003) e l'Eurolega con il Becej (2000)
In carriera Ciric ha vinto un oro ai Mondiali e 3 agli Europei. Nel suo palmares, uno scudetto a Brescia (2003) e l’Eurolega con il Becej (2000)
No, mi tengo in forma con altri sport come la boxe. E poi vivo ancora di pallanuoto 24 ore al giorno. Come allenatore devo seguire tutto, anche il campionato italiano: il Brescia è sempre nel mio cuore. Da tanti anni allestisce una squadra al top, spero che quest’anno possa arrivare lo scudetto.
E al mondo, oggi, c’è un altro Ciric?
No, perché i giocatori di oggi sono più bravi. La pallanuoto va avanti, si gioca ad una velocità ancora più elevata. I pallanuotisti di oggi sono migliori.



Napoli, morto Vittorio Marsili


È morto stamattina Vittorio Marsili, uno dei protagonisti della grande pallanuoto del passato. Napoletano, 68 anni, Vittorio Marsili ha scritto la storia della Rari Nantes Napoli negli anni ’60 e ’70 insieme ai fratelli Mino e Sante per poi contribuire anche alle fortune del Posillipo, negli anni ’80.
Difensore roccioso, dalla grande grinta e dotato di eccezionali capacità natatorie, Vittorio Marsili era un lottatore per anni protagonista dei grandi derby partenopei tra il circolo di Santa Lucia e la Canottieri Napoli.
All’intera famiglia Marsili vanno le condoglianze di tutta la Waterpolo Development.

La Rari Nantes Napoli del 1966: in piedi (da sx a dx) Mastrogiovanni, Pisani, Caiazzo, Pagnini, D'Isanto, Auriemma. Accosciati: Vittorio Marsili, Chiosi, Caramanna, Ambron, Sante Marsili.
La Rari Nantes Napoli del 1966 (foto da Waterpolo Legends)
In piedi (da sx a dx) Mastrogiovanni, Pisani, Caiazzo, Pagnini, D’Isanto, Auriemma. 
Accosciati: Vittorio Marsili, Chiosi, Caramanna, Ambron, Sante Marsili 

sabato 28 ottobre 2017

Italia A1 Maschile, 2a giornata: risultati e commenti



BRESCIA-ORTIGIA 12-5 (1-2, 5-2, 2-0, 4-1)
Brescia: Del Lungo, Guerrato, C. Presciutti 1, Manzi 4, Paskovic 1, Rizzo 3, M. Guidi, Nora 1, N. Presciutti, Bertoli 1, M. Janovic 1, Vukcevic, Morretti. All. Bovo
Ortigia: Patricelli, Siani, Abela, Jelaca, Di Luciano 1, Lindhout 1, Tringali, Giacoppo, Cassia, Vapenski, Casasola 1, Napolitano 2, Caruso. All. Piccardo
Arbitri: Piano e Severo
Note: Spettatori 300 Superiorità numeriche: Brescia 5/6 e Circolo Canottieri Ortigia 2/9
Dopo la brutta prova e la sconfitta di Hannover, il Brescia riprende fiato superando una buona Ortigia a Mompiano. La squadra di Bovo – che lascia a riposo Muslim, bloccato da un problema al collo, e dà spazio contemporaneamente ai giovani Manzi, Guidi e Guerrato – è in difficoltà nel primo quarto contro la difesa dei siciliani, che concludono avanti i primi 8’ grazie al 2-1 di Lindhout. L’intervallo, però, giova ai leoni: 4-0 in 6’ nel secondo quarto per il Brescia, che migliora nelle percentuali su uomo in più e uomo in meno e prende il comando della partita. L’Ortigia ha comunque il merito di non scivolare fuori dalla partita, i siciliani arrivano a metà gara in ritardo di soli due gol (6-4) e nella terza frazione tentano ripetutamente di riaprire l’incontro. Il Brescia si sente più tranquillo solo al 22’, quando Mladjan Janovic, in superiorità, realizza il 7-4. Fondamentale, a 10’’ dalla sirena dell’ultimo intervallo, il gol di Manzi (4 reti per il mancino 19enne, nella foto in alto), che porta a +4 i padroni di casa. Dopo l’8-5 dell’ex Napolitano, sono poi Paskovice Rizzo a chiudere l’incontro.

BOGLIASCO BENE-ACQUACHIARA 17-6 (3-1, 4-2, 6-1, 4-2)
Bogliasco Bene: Prian. Ferrero 1, A. Di Somma 1, Lanzoni 3, A. Brambilla 1, Guidaldi 2, Gambacorta 1, Monari, Cimarosti 2, Fracas 2, Puccio 2, Sadovyy 2, Di Donna. All. Bettini
Acquachiara: Lamoglia, Ciardi 3, Di Maro, Spooner, M. Lanfranco, Ronga, De Gregorio, Barberisi, Blanchard, Tozzi 2, Centanni, J. Lanfranco 1, Cicatiello. All. Iacovelli
Arbitri: Centineo e Collantoni
Note: Spettatori 300 circa. Usciti per limite di falli Spooner (Acquachiara) e Guidaldi (Bogliasco) nel terzo tempo, Fracas (Bogliasco) nel quarto tempo. Di Donna (Bogliasco) prende il posto in porta di Prian nel quarto tempo. Di Donna (Bogliasco) para un rigore a Tozzi (Acquachiara) nel quarto tempo.
Prima vittoria per il Bogliasco Bene, che alla Vassallo supera l’Acquachiara, in partita per poco più di un quarto contro il team di Bettini. Bravi i napoletani a recuperare parte del 4-1 iniziale (Tozzi e Ciardi accorciano fino al 4-3), poi il Bogliasco aggiusta la difesa e piazza un parziale di 7-0 che decide di fatto la partita: a segno gli ex Gambacorta, Guidaldi e Sadovyy, oltre a Lanzoni, già a bersaglio nel primo quarto. Il Bogliasco dilaga, chiudendo sul 13-4 il terzo quarto e poi controllando agevolmente la partita nell’ultima frazione, nella quale Di Donna sostituisce Prian, togliendosi anche la soddisfazione di parare un rigore a Tozzi: alla Vassallo termina 17-6 per i liguri.

SAVONA-LAZIO 15-8 (3-2, 4-2, 4-2, 4-2)
Savona: Soro, Delvecchio, Damonte 2, Steardo, L. Bianco 2, Ravina 2, Piombo, K. Milakovic 1, G. Bianco 3, J. Colombo 1, Grummy 4, Teleki, Missiroli. All. Angelini
Lazio: Correggia, Ferrante, Colosimo 1, Spione 1, Gianni, Di Rocco, D. Giorgi 1, Cannella 3, Leporale 1, Vitale 1, Maddaluno, Sebastiani, Mariani. All. Sebastianutti
Arbitri: Calabrò e Ercoli
Note: Spettatori: 400. Nel 2° tempo al minuto 4:13 Gianni (SS Lazio) fallisce il rigore (parato). Nel 4° tempo al minuto 3:37 Colosimo (SS Lazio) fallisce il rigore (parato). Uscito per limite di falli: Piombo (RN Savona) nel 3° tempo al minuto 5:07. Superiorità numeriche: Savona 4/8 Lazio 4/11
Alla Zanelli il Savona cancella lo zero in classifica superando in maniera netta e meritata la Lazio: decisivo per i biancorossi il duo brasiliano composto da Soro (due rigori parati) e Grummy. La partenza dei padroni di casa è migliore, dopo meno di un minuto e mezzo sono avanti 2-0 grazie ai gol di Giovanni Bianco e Milakovic, poi il nuovo break in avvio di secondo quarto, con la rete di Jacopo Colombo, la doppietta Grummy in superiorità numerica (6-2) e il rigore parato da Soro a Gianni. Ancora Grummy permette al Savona di toccare il +5 nel corso del terzo quarto (suo il 10-5), poi nell’ultima frazione i padroni di casa allargano ulteriormente il gap, concludendo l’incontro sul 15-8. Soro si ripete, parando un rigore anche a Colosimo.

TRIESTE-SELECO CATANIA 9-9 (2-3, 2-1, 4-2, 1-3)
Trieste: Oliva, Podgornik, Petronio 4, Ferreccio, A. Giorgi, Giacomini, Gogov 1, Turkovic, Vico 2, Spadoni, Blazevic, Mezzarobba 2, Persegatti. All. Krstovic
Seleco Catania: Jurisic, Lucas 2, B. Torrisi, La Rosa 1, Sparacino, Catania, G. Torrisi 3, Danilovic 1, Kacar 1, Privitera 1, Divkovic, Z. Kovacic, Graziano. All. Dato
Arbitri: Frauenfelder e Paoletti
Note: Spettatori 600 circa. Kacar (Nuoto CT) fallisce un rigore per esecuzione irregolare nel secondo tempo. Uscito per limite di falli Ferreccio (Trieste) nel quarto tempo. Superiorità numeriche: Trieste 6/9 e Catania 6/14
Partita durissima tra Trieste e Seleco Catania, finisce in parità con sommo rammarico dei siciliani, che nel finale vedono svanire il sogno del primo successo in campionato. La squadra di Dato conduce nei primi due quarti, durante i quali si segna solo in superiorità numerica. Una rete di Gogov a 51’’ dalla sirena dell’intervallo lungo regala il 4-4 al Trieste, che nel terzo quarto mette la freccia grazie ad una doppietta di Petronio, ispiratissimo in questo avvio di campionato (4 gol per lui a fine gara). Sul 6-5 è Vico a fare la differenza: il centroboa serbo firma una doppietta nel giro di 3 minuti, lanciando i giuliani sul +3. Gara finita? No, perché Danilovic rianima gli etnei in superiorità numerica e, in avvio di ultimo quarto, Kacar li riporta sotto di uno (8-7). Trieste accusa il colpo, mentre la Seleco si aggrappa a Giorgio Torrisi: doppietta in un minuto del numero 7, parziale di 4-0 per gli ospiti e gara ribaltata. Il Catania pregusta il colpaccio, a rovinare tutto è Mezzarobba, che a 2’22’’ dalla sirena indovina il tiro del 9-9. Nel finale c’è spazio ancora per le emozioni, con il Catania che sulla sirena colpisce la traversa.

POSILLIPO-CANOTTIERI NAPOLI 6-6 (0-2, 2-0, 3-2, 1-2)
Posillipo: Negri, Cuccovillo 1, Ramirez 2, Foglio, G. Mattiello 1, E. Russo, Iodice, Rossi, Briganti 1, Marziali, Plumpton, Saccoia 1 (rig.), Sudomlyak. All. Brancaccio
Canottieri Napoli: Vassallo, Buonocore, Del Basso 1, Confuorto, Giorgetti, M. Di Martire, Dolce, Campopiano 1 (rig.), F. Lapenna, Velotto 1, Borrelli 1, Esposito 2, Rossa. All. Zizza
Arbitri: Castagnola e Rovida
Note: sup. num. Posillipo 2/9, Canottieri 4/12. Rigori: Posillipo 1/1, Canottieri 1/2. Negri para rigore di Giorgetti 9’15’’. Uscito 3 f. G. Mattiello 23’51’’, Rossi 25’10’’. Espulsi per proteste Marziali 23’51’’, Cuccovillo 30’12’’
Il pari nel derby della Scandone mette in luce pregi e difetti attuali del Posillipo, squadra con gran cuore, che strappa il pari alla Canottieri a 44’’ dalla fine, grazie a un gol dell’americano Ramirez in superiorità numerica. Il cuore, però, non deve annebbiare i pensieri ai giocatori più esperti di una squadra dalla panchina molto corta: le espulsioni per proteste di Marziali e Cuccovillo e quella per tre falli (l’ultimo dovuto a un’interferenza) di Mattiello potevano costare davvero cara ai rossoverdi, anche in vista della delicata gara della prossima settimana con la Florentia. E non serve cercare giustificazioni nella direzione di Rovida e (soprattutto) Castagnola, travolti dalla velocità della partita incappati di sicuro in una giornata no: questo Posillipo ha bisogno dei suoi senatori in acqua, non in tribuna. Quanto alla Canottieri, ha sprecato tanto, soprattutto su uomo in più, tenendo vivo un Posillipo che alla fine le ha tolto la vittoria in un derby vibrante. Ritmi alti per entrambe le squadre, ma migliore l’approccio della Canottieri Napoli, che difende molto aggressiva con l’uomo in meno, tenendo a stecchetto il Posillipo in superiorità. Un assist (per Esposito) e un gol di Velotto proiettano i giallorossi sul 2-0, poi Giorgetti fallisce il rigore del 3-0 (contestatissimo), parato da Negri, e il Posillipo rientra: segnano Cuccovillo e Mattiello, che sblocca i rossoverdi con l’uomo in più (0/4 fino a quel momento). Il 2-2 cambia l’inerzia della gara, la Canottieri colleziona errori su uomo in più (ne sbaglia 6 di fila), mentre il Posillipo scappa via, addirittura sul 4-2, grazie a un rigore di Saccoia e a un gol in transizione di Briganti. Botta e risposta tra Del Basso e Ramirez (al primo gol in A1), poi Mattiello commette interferenza dopo l’espulsione e in un colpo solo il Posillipo si ritrova senza due dei suoi migliori giocatori: il 5 va fuori per tre falli, Marziali per proteste. Campopiano su rigore realizza il -1, poi Esposito fa 5-5 su uomo in più all’alba dell’ultimo quarto. È Borrelli, ancora in superiorità, a realizzare il controsorpasso, annullato poi da Ramirez, nell’ultimo minuto di gioco.

Reale Mutua Torino 81: Rolle, Pavlovic, Gandini 1, Lojacono, Maffè, Oggero, D’Souza, I. Vuksanovic 2, D. Presciutti, G. Novara, Gaffuri, Giuliano, Aldi. All. S. Aversa
Pro Recco: Massaro, F. Di Fulvio 2, Mandic 2, Alesiani 1, Molina 2, Bodegas 1, Bruni, Echenique 1, Figari 1, F. Filipovic 1, Pelliccia 1, N. Gitto, Gallingani. All. Vujasinovic
Arbitri: Colombo e Romolini
Note: Usciti per limite di falli D’Souza e Giuliano (Reale Mutua Torino 81) nel quarto tempo. Rolle (Reale Mutua Torino 81) para un rigore a Filipovic (Pro Recco) nel quarto tempo. Superiorità numeriche: Reale Mutua Torino 81 1/4, Pro Recco 6/12. Spettatori 600 circa.
Nessun problema per la Pro Recco alla Monumentale, dove i campioni d’Italia superano la Reale Mutua Torino 81 per 12-3. Ampio turnover per Vujasinovic, che, già privo di Sukno e Tempesti, tiene a riposo anche Volarevic e Aicardi, affidandosi a Massaro tra i pali e dando spazio ancora al mancino 14enne Pelliccia. Il giovane portiere si comporta bene, aiutato dalla solita difesa dei recchelini, e così la Pro Recco scappa via: dopo l’1-1 di Vuksanovic, il Torino resta a secco per 14 minuti, mentre i campioni d’Italia dilagano: 6-1 all’intervallo lungo, 10-2 al 24’, 12-3 il punteggio finale. C’è gloria anche per Pelliccia, autore dell’ultimo gol della partita: è il suo primo in A1.

Florentia: Sammarco, Generini, Eskert, Coppoli 1, F. Turchini, Bini 2, T. Turchini, Dani 1, Razzi, Tomasic 2, Astarita 2, A. Di Fulvio, Maurizi. All. Tofani
Bpm Sport Management: Lazovic, E. Di Somma 1, Coscia, Figlioli 4, Fondelli 2, A. Petkovic 3, Drasovic, Mirarchi 1, S. Luongo 2, Codoro, Valentino, Nicosia. All. Baldineti
Arbitri: Carmignani e Lo Dico
Note: Spettatori 800 circa. Astarita (Florentia) sbaglia un rigore (palo) nel secondo tempo. Espulso per proteste Coppoli (Florentia) nel secondo tempo. Usciti per limite di falli Drasovic (Sport Management) e Valentino (Sport Management) nel quarto tempo.
Gran partita della Florentia, che seppur priva del portiere titolare Cicali tiene testa alla Bpm Sport Management (oggi senza Gallo, aggiuntosi agli infortunati Panerai, Blary e Baraldi), arrendendosi solo nell’ultimo quarto. Sotto 2-1 nel primo quarto, i toscani passano addirittura in vantaggio nel secondo, grazie ai gol degli ex Bini e Coppoli. Figlioli, con una doppietta, rimedia per la Bpm, che poi trova il 7-3 con Fondelli, Petkovic e ancora Figlioli nella terza frazione. Scavato il gap, la Bpm riesce a controllare la gara con minore affanno e nell’ultimo quarto a rimpinguare il proprio bottino di reti: la gara termina sul 13-8 per i mastini.

giovedì 26 ottobre 2017

Italia: A1 Maschile programma e arbitri 2a giornata



BRESCIA-ORTIGIA (ore 15, arbitri: Piano e Severo) Diretta radio streaming su Radio Brescia Sport
BOGLIASCO BENE-ACQUACHIARA (ore 15, arbitri: Centineo e Collantoni)
SAVONA-LAZIO (ore 15, arbitri: Calabrò e Ercoli)
TRIESTE-SELECO CATANIA (ore 15:30, arbitri: Frauenfelder e Paoletti)  Diretta streaming su Waterpolo Channel
POSILLIPO-CANOTTIERI NAPOLI (ore 18, arbitri: Castagnola e Rovida) Diretta streaming pagina Facebook Napoleggiamo
REALE MUTUA TORINO 81-PRO RECCO (ore 18, arbitri: Colombo e Romolini)
FLORENTIA-BPM SPORT MANAGEMENT (ore 18, arbitri: Carmignani e Lo Dico)

mercoledì 25 ottobre 2017

Champions League – Fase a gironi – 1a giornata (25 ottobre)


Gruppo A
PARTIZAN-ORVOSI 7-11 (2-4, 2-2, 2-1, 1-4)
Partizan: Risticevic, Vucinic, F. Jankovic 1, Lukic, Lazic 2, Tomic, M. Jankovic, Andrejevic, Manojlovic, Radanovic 3, N. Radonjic 1, Aksentijevic, Belopavlovic. All. S. Ciric
Orvosi: Bisztritsanyi, Dr. Brguljan 1, Gor-Nagy, Randjelovic 1, Salamon 1, Ga. Kovacs 2, M. Toth 1, Seman, Erdelyi 4, Juhasz 1, Bundschuh, Ubovic, Barabas. All. Petik
Note: sup. num. Partizan 4/10, Orvosi 6/12
L’Orvosi apre il suo girone di Champions League sbancando la vasca del Partizan. Alla Banjica a fare la differenza è Erdelyi, attaccante della nazionale magiara prelevato in estate dall’Eger: 4 gol per lui, il primo lo segna dopo 2’ imitato poi dall’ex Brescia Randjelovic. Sono loro a dare la spinta verso la vittoria all’Orvosi, che comunque rischia di essere raggiunto dal Partizan, che per tre volte manca l’aggancio. Sull’8-7 i gol su uomo in più di Erdelyi, Salamon e ancora Erdelyi lanciano l’Orvosi verso la vittoria.

DINAMO MOSCA-JUG DUBROVNIK 12-11 (1-2, 3-5, 4-2, 4-2)
Dinami Mosca: Ivanov, Lazarev 2, Koptsev, Subotic, Bychkov, D. Pijetlovic 2, Latypov 2, Nagaev 3, Radjen 1, Kholod 1, Lisunov, Shepelev 1, Kostrov. All. M. Zakirov
Jug Dubrovnik: Bijac, Macan, L. Fatovic, Loncar 1, Jokovic 2, J. Garcia, Ivankovic 1, V. Rasovic 3, Renzuto, Pavlicevic, Benic 4, Lozina, Jarak. All. Kobescak
Arbitri: Schwartz (Isr) e Putnikovic (Srb)
Note: sup. num. Dinamo Mosca 7/10, Jug 2/5. Rigori: Jug 0/1
La nuova Champions League prometteva sorprese, la prima è arrivata dalla Russia, dove la Dinamo Mosca è riuscita a battere lo Jug al termine di una lunga rimonta. Nei primi due quarti lo Jug costruisce un buon vantaggio, grazie soprattutto alla qualità dei propri tiratori, che dalla distanza mettono il portiere Ivanov in grande difficoltà. Il 7-4 di Benic chiude il secondo quarto e sembra predire una metà gara finale agevole per i croati, che invece iniziano a sprecare troppo (0/3 su uomo in più nel terzo quarto) e a concedere qualche ripartenza di troppo ai russi. Dopo la controfuga di Shepelev per il -2 (8-6), Renzuto guadagna un rigore che Jokovic si fa parare. Subito dopo l’ispiratissimo Lazarev – mancino 25enne dal gran tiro – riapre del tutto l’incontro con la bordata dell’8-7. Sale poi in cattedra l’altro mancino, Nagaev, che per tre volte confeziona il pareggio: dopo aver firmato l’8-8, risponde ai nuovi vantaggi croati di Viktor Rasovic e Benic, segnando anche il 9-9 e il 10-10. A 2’14’’ è poi Latypov a mettere la freccia per la Dinamo, beffando dalla distanza un Bijac non irresistibile. Benic, il più in palla nello Jug, rimedia con il gol dell’11-11, ma a 24’’ dalla sirena ancora Lazarev, su uomo in più, pesca Latypov sul palo per il gol della vittoria dei moscoviti.

BARCELONETA-OLYMPIACOS 7-7 (1-1, 2-1, 1-1, 3-4)
Barceloneta: Lopez Pinedo, Famera, Granados, Munarriz, J. Vrlic, Larumbe 1, Paul, F. Fernandez 1, Tahull, Perrone 2 (1 rig.), Mallarach 3, A. Bustos, Linares. All. C. Martin
Olympiacos: Pavic, Mylonakis, Delakas, Gennidounias 1, Fountoulis, Buslje, Dervisis 2, Nikolaidis, Mourikis 2, Gounas 1, Argyropoulos, P. Obradovic 1, Galanopoulos. All. Vlachos
Arbitri: Voevodin (Rus) e Margeta (Slo)
Note: sup. num. Barceloneta 4/9, Olympiacos 2/8. Rigori: Barceloneta 1/1
Partita emozionante quella tra Barceloneta e Olympiacos, alla fine viene fuori un pari che sa di beffa per i greci, avanti di due gol a 2’40’’ dalla fine. I catalani conducono le danze per tre quarti – Lopez Pinedo e Pavic protagonisti -, senza mai riuscire, però, a scrollarsi di dosso i campioni di Grecia. Si arriva agli ultimi 8’ sul 4-3 per il Barceloneta, ma nel giro di 40’’ l’Olympiacos ribalta la gara con i gol di Gennidounias e Dervisis. Mallarach pareggia (5-5), ma nel finale Mourikis e Paulo Obradovic trovano due gol in parità numerica che permettono all’Olympiacos di scappare sul 7-5. Sembra fatta, ma Vrlic trova un rigore che Perrone trasforma nel 7-6, accendendo il finale di partita. Barceloneta più freddo nel finale: Larumbè in superiorità fa 7-7, l’Olympiacos fallisce due uomini in più per vincere la partita.

***

Gruppo B

SABADELL-SZOLNOK 5-16 (0-4, 2-5, 2-4, 1-3)
Sabadell: Motos, S. Cabanas 1, O. Carrillo, Matoso, Gorria 4, J. Bustos, Lopez-Escribano, Muller, Fenoy, Gallego, Carrasco, Pujol, Mardones. All. S. Gomez
Szolnok: V. Nagy, Gocic, Batori 3, Zalanki 1, D. Jansik 1, Mezei 1, Aleksic 4, Younger 1, Prlainovic 4 (2 rig.), Mi. Cuk 1, Kis, Fulop, Kardos. All. Cseh
Arbitri: Naumov (Rus) e Ohme (Ger)
Note: sup. num. Sabadell 0/16, Szolnok 5/7. Rigori: Szolnok 2/2
Troppo forte lo Szolnok per il Sabadell, matricola nella fase a gironi di Champions. I campioni in carica hanno perso pedine importanti in estate (Vamos e Denes Varga su tutti), ma sono ancora tra i top team d’Europa e finiscono così per passeggiare in casa dei catalani. Determinante il 4-0 con cui terminano il primo quarto: segnano Batori, Milos Cuk, Prlainovic e Younger. Poi sale in cattedra Aleksic, autore di 4 gol tutti nel secondo quarto. I catalani di Chava Gomez si sbloccano al 12’, sul 7-0, ma è troppo tardi per tentare di costruire una rimonta. I campioni d’Europa dominano la gara, anche perché il Sabadell sbaglia l’impossibile con l’uomo in più. Il solo Gorria che riesce ripetutamente a battere Viktor Nagy. Finisce 16-5 per lo Szolnok.

STEAUA BUCAREST-EGER 3-8 (1-1, 1-2, 0-2, 1-3)
Steaua Bucarest: M. Diakonow, D. Filipovic 1, Chioveanu, Vatrai, Teohari, Bulijubasic, Delgado 1, Murisic 1, Radoi, Robu, Ghiban, Goanta, Dragusin. All. Iosep
Eger: B. Mitrovic, Angyal, S. Rasovic, Avramovic 1, Hosnyanszky 4 (1 rig.), Lorincz, Ad. Decker, Ge. Kovacs, Cuckovic 1, Vlachopoulos 2, Bedo, Harai, Tota. All. Dabrowski
Arbitri: Golikov (Rus) e Duraskovic (Mne)
Note: sup. num. Steaua 3/9, Eger 2/6. Rigori: Eger 1/2
L’Eger la spunta a Bucarest, in casa della Steaua, ma Dabrowski può essere soddisfatto solo per quanto fatto vedere dalla sua squadra davanti a Brane Mitrovic (zero gol incassati in parità numerica). In avanti gli ungheresi non brillano e se non fosse per un Hosnyanszkyin serata di grazia soffrirebbero anche di più i rumeni, che tengono botta sul piano fisico e in difesa non sfigurano, anche grazie al portiere polacco Michal Diakonow (nel primo quarto para un rigore a Vlachopoulos). Hosnyanszky, dicevamo: suo il 3-1 nel secondo quarto e il 6-2 con cui, in avvio dell’ultimo quarto, timbra di fatto la vittoria dell’Eger, che poi chiude il match sull’8-3.

JADRAN HERCEG NOVI-SPANDAU BERLINO 11-5 (2-3, 3-0, 5-0, 1-2)
Jadran Herceg Novi: Kandic, Ukropina 2, Popadic, Krijestorac 1, D. Banicevic, Merkulov 2, B. Banicevic 1, Gardasevic, D. Radovic 1, Spaic 1, Draskovic 1, M. Petkovic 2, Tesanovic. All. Gojkovic
Spandau Berlino: Baksa, Saudadier, Gielen 2, Ma. Cuk, Negrean, Juengling 1, Strelezkji, Dedovic 2, M. Stamm, Reibel, Restovic, Pjesivac, Peterfy. All. P. Kovacevic
Arbitri: Achladiotis (Gre) e Molnar (Hun)
Note: sup. num. Jadran 4/11, Spandau 3/14.
Soffre in avvio lo Jadran Herceg Novi, ma poi riesce a piegare lo Spandau Berlino e a conquistare tre punti che potrebbero rivelarsi fondamentali nella corsa verso la Final Eight. Pronti via e i tedeschi scappano sul 2-0 con i gol del serbo Dedovic e dell’olandese Gielen. È il russo Merkulov a scuotere i montenegrini, ma solo nel secondo quarto arriva il sorpasso, grazie ad una doppietta di Marko Petkovic. Il break dello Jadran si allunga fino al 7-3, con lo Spandau a secco per 18 minuti. Costruito il vantaggio, per i montenegrini è facile evitare il ritorno dei tedeschi.


 

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