Al suo arrivo all’HaBaWaBa International Festival, Stefano Tempesti è stato travolto dall’entusiasmo non solo dei piccoli atleti, ma anche di allenatori e genitori. “L’HaBaWaBa è una meraviglia – spiega – vedere bambini di tutto il mondo avere tutto questa voglia di pallanuoto è straordinario. Magari ci fosse stato l’HaBaWaBa quando ero piccolo, a Prato si giocavano tornei con sole 4 squadre… Ed è molto bello per i bambini camminare per il villaggio e vedere da vicino i personaggi che sono qui come Francesco Postiglione o Roberto Calcaterra: da piccolo non avrei mai sognato di incontrare Igor Milanovic, Max Ferretti o Ratko Rudic”.
Tempesti ha iniziato a giocare a pallanuoto in età HaBaWaBa. “Avevo 8-9 anni, ero molto alto e il medico consigliò ai miei di mandarmi in piscina. Mi annoiai presto del nuoto e così iniziai con la pallanuoto: dopo 30 anni, sono ancora un giocatore”. Un campione che dopo il bronzo olimpico di Rio de Janeiro s’è preso una pausa dalSettebello. “Questa è la mia prima estate senza pallanuoto dal 1994. Seguo gli Azzurri e rivedo nei ragazzi lo stesso entusiasmo del 2010, quando Sandro Campagna ha avviato la costruzione di questo gruppo, portandoci poi alla vittoria dei Mondiali 2011 e all’argento olimpico di Londra 2012”. Marco Del Lungo, il suo successore, è già una certezza in azzurro. “Sta parando alla grande e sono contento, ma lui era pronto già un anno fa, dopo il mio infortunio all’occhio (distacco parziale della retina, ndr). Io poi sono tornato in tempo per l’Olimpiade, ma lui è risultato comunque decisivo”.
Al debutto a Rio contro la Spagna è legato un episodio che dice molto di Tempesti: dopo un periodo di stress e fatica per recuperare in tempo dall’infortunio, il capitano azzurro si presenta ai Giochi non al meglio e durante la gara viene sostituito dal c.t.. Uscito dall’acqua, spende ogni secondo di time out e intervalli per incitare e caricare Del Lungo. “Crescendo impari che la squadra è più importante di tutto: se vince, allora anche tu sarai ricordato. E poi speravo di stare meglio e di dare una mano più avanti, nei quarti di finale”. Partita nella quale, contro la Grecia, Tempesti è stato determinante. Proprio come resta per la Pro Recco, il team con cui ha vinto 12 scudetti e 5 Champions League. “Finché la Pro Recco me lo consentirà, io sarò un pallanuotista. Non mi vedo altrove. Non so dire quanto durerà, ma ho un obiettivo in mente”. È l’Olimpiade di Tokyo 2020, per Tempesti sarebbe la sesta: nessun atleta italiano di uno sport di squadra ha mai raggiunto questo traguardo. “Tanti fattori potrebbero impedirmelo, è impossibile dire se ci riuscirò. Ma se sono ancora un pallanuotista è per raggiungere quell’obiettivo”. A 38 anni Tempesti sogna ancora l’Olimpiade: in fondo, non è poi tanto diverso dai piccoli atleti dell’HaBaWaBa.
Intanto, i tornei dell’HaBaWaBa International Festival sono arrivati all’ultima giornata, oggi pomeriggio sono in programma le finali. Nel torneo U9 (ore 16:45) sarà tra i greci del Patras, alla loro prima partecipazione, e il monegaschi del Monaco: eliminate in semifinale Savona U9 e gli ungheresi del KSI di Budapest. Nel tabellone U11 un classico Italia-Ungheria (alle ore 17:30): dopo aver battuto in semifinale i bergamaschi dell’Ondablu Dalmine, i Coccodrilli del Posillipo affronteranno il Ferencvaros, vittorioso sul Savona U11.
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