Alessandro Campagna
Sarà un Settebello più maturo, consapevole e “pesante” quello che vedremo a partire dal 17 luglio ai Mondiali di Budapest (esordio contro la Francia). Parola del commissario tecnico Sandro Campagna, che dopo una giornata in famiglia a Catania sta facendo ritorno a Roma, prima di volare in Ungheria (la Nazionale partirà sabato 15 luglio, clicca qui per il calendario completo).
Campagna, la lunga preparazione è terminata.
Abbiamo svolto due buoni blocchi di lavoro da 20 giorni ognuno e giocato 10-11 partite: non mi lamento soprattutto dell’impegno e dello spirito di sacrificio dei ragazzi. È stata alta anche la voglia di stare insieme, non è scontato quando si rimane tanto tempo ad allenarsi lontano da casa: in condizioni così si cementa il gruppo.
I risultati di World League e amichevoli sono incoraggianti: gara dopo gara il Settebello ha limitato i momenti di pausa durante la partita e mostrato sempre un gran carattere.
Guardo poco ai risultati in questa fase, incoraggiante è stata la crescita individuale e di squadra. Le pause ancora ce l’abbiamo, a volte fatichiamo ancora un po’ a riconoscere le soluzioni da prendere davanti a determinati problemi. Quanto alla capacità di reagire è sempre stata la nostra caratteristica: per essere sicuri di batterci ci devono ammazzare, altrimenti ci rialziamo sempre. È un aspetto che dobbiamo conservare: laddove c’è meno talento, servono altre qualità.
Veniamo alla squadra: tre cambi rispetto a Rio 2016, con l’esclusione di Fondelli, i ritorni di Volarevic e Bertoli e l’inserimento di Renzuto. Di fatto, è un Settebello con più chili e forza fisica.
Abbiamo cambiato un po’ strategia, ho scelto di proteggere di più la difesa: con Bertoli abbiamo un marcatore puro in più, ma non è detto che in futuro non cambi nuovamente. L’esclusione di Fondelli è quindi dovuta all’aspetto tecnico-tattico. Inoltre Andrea ha avuto qualche problema fisico, al gomito, e ha giocato meno. Ma resta un elemento nell’orbita azzurra e su cui potrò fare affidamento in futuro.
La vera novità è Renzuto, al primo grande appuntamento con il Settebello.
Lui è la dimostrazione che quando si lavora bene e si ha perseveranza, alla fine i risultati arrivano. Renzuto fa parte di questo gruppo già da quattro stagioni: una volta non fu convocabile per un problema al ginocchio, poi gli ho preferito altri, infine l’anno scorso è arrivato a un passo dall’entrare nella squadra olimpica. Ma è già pronto, è un giocatore da Settebello, conosce il sistema di gioco e ha la giusta mentalità. Può essere un esempio per gli altri: ci si può fermare per anni alle porte della Nazionale, poi quelle porte all’improvviso si aprono. L’importante è non scoraggiarsi, un segno di debolezza, e farsi trovare pronti.
Anagraficamente, la Nazionale pare spaccata a metà: escludendo Bertoli, 28 anni, tra i giocatori di movimento di ci sono 5 over 30 e 5 under 24.
Vuol dire che abbiamo esperienza, ma anche margini di miglioramento. L’età media è di 28,6, ma Volarevic la alza notevolmente. I più maturi sono nel pieno della loro forza, oramai l’età della maturità sportiva s’è alzata e a 30-32 anni si + ancora al top della carriera. I giovani, invece, stanno venendo su bene. Confido nella consapevolezza di una squadra più matura.
Dopo 15 anni, il Settebello si presenta ad una delle tre principali competizioni internazionali senza Tempesti. Del Lungo, però, ha già dimostrato a Rio di essere pronto per sostituirlo.
Fare a meno di Stefano non è mai facile. Ho già detto ai ragazzi che dovrà scattare un senso responsabilità maggiore in tutti loro, specie in difesa. Dovremo curare dettagli che prima venivano mascherati dalle sue abilità. In questo contesto si inserisce la crescita di personalità e fisica di Marco. Da lui mi aspetto un ottimo Mondiale, ma senza pressioni particolari. Possiamo aiutarlo perfezionando ancora l’uomo in meno: mi auguro di vedere una crescita della qualità individuale difensiva di ognuno. Marco avrà l’aiuto anche di Goran Volarevic, una garanzia tra i pali, ma anche un elemento capace di preziosi consigli. Sono una gran coppia di portieri.
Serbia e Croazia, le altre squadre sul podio a Rio, hanno cambiato poco. È iniziato un nuovo quadriennio olimpico, ma il Mondiale non lascia spazio a sperimentazioni.
È vero, ma tutte le nazionali hanno provato i giovani nel corso della stagione. Anche noi seguiamo una progettazione parallela, ruolo per ruolo abbiamo possibili ricambi, giocatori che ora non sono ancora pronti, ma che lo saranno in futuro. A Serbia e Croazia, le squadre più pericolose, aggiungo l’Ungheria: è più tranquilla che in passato, farà bene. E poi gioca in casa e vuole riscattare l’Olimpiade, dove non è salita sul podio.
Nella finale di World League il Settebello ha affrontato la Serbia senza quel timore reverenziale che aveva mostrato a Kazan e Rio.
Questo ha detto la partita, poi dobbiamo confermarci in gare più importanti. Quella partita è un punto di partenza. Loro sono più avanti di noi, mentre con i croati ce la giochiamo alla pari. La seconda partita del girone, contro l’Ungheria, sarà un test importante per le nostre ambizioni.
A Budapest il 13 luglio si terrà il Congresso Tecnico della Fina che avrebbe dovuto votare le nuove regole. Pare, invece, che tutto slitterà dopo l’elezione del presidente.
Domani andrò a Budapest, vedremo se la proposta della Fina sarà rinviata o meno. Se il caso, da delegato italiano parlerò al Congresso. Ad ogni modo, i roster da 11 resteranno nel programma olimpico di Tokyo 2020. Sono una sconfitta: comprometteranno la qualità del gioco oltre ad alzare il rischio di infortuni. Giusto inseguire la gender equality, ma l’obiettivo non è stato raggiunto, perché i team femminili saranno solo 10 e non 12 e inoltre ai prossimi Giochi andrà un numero minore di pallanuotisti. È una regola che dovrà essere applicata solo alle Olimpiadi.
0 commenti:
Posta un commento