Nelle scorse settimane abbiamo analizzato le scelte del c.t. Sandro Campagna riguardo al Settebello portato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Tutte le nazionali hanno ormai raggiunto il villaggio olimpico e si preparano a scendere in acqua il 6 agosto al Maria Lenk Aquatic Center, dove si disputerà la prima parte della competizione, che si sposterà poi all’Olympic Aquatic Center per la fase ad eliminazione diretta (qui il calendario e gli orari del torneo). Qui abbiamo voluto elencare le formazioni degli altri 11 team maschili partecipanti a Rio 2016, evidenziando novità e scelte dei vari commissari tecnici.
Ricordiamo che al termine della prima fase passano ai quarti di finale le prime quattro classificate di ogni gruppo: le prime incrociano le quarte del girone opposto, le secondo sono abbinate alle terze. Successivamente semifinali e finali.
Gruppo A
AUSTRALIA. Nuoto e atletismo restano le armi principali degli Aussie Sharks, che a Rio de Janeiro sono arrivati con una sola novità rispetto ai Mondiali di Kazan dello scorso anno: il neozelandese naturalizzato Kayes, centroboa che aggiunge fisico e qualità ai due metri, già testato nell’ultima Super Final di World League di Huizhou. La stella è ancora Younger, le mani addosso e la continua ricerca della controfuga le caratteristiche del loro gioco.
L’Australia a Rio de Janeiro 2016: Dennerley e Stanton-French (portieri), Campbell, Ford, Cotterill, Power, Gilchrist, Roach, Younger, Swift, Kayes, Howden, Emery. All. Fatovic
BRASILE. Le parate di Soro, il ritmo e la classe di Perrone, il peso ai due metri di Vrlic: sono principalmente queste le armi a cui si affida Rudic per portare il Brasile a un buon risultato ai Giochi. Ma, come nella tradizione del guru croato, è bene aspettarsi dalla Seleçao anche ritmi elevati e una difesa ad alta intensità. Quanto alla formazione, la vera notizia è l’assenza dell’ex Florentia Guilherme Gomes, escluso in favore di Ruda Franco, attaccante che s’è fatto le ossa nella Division Honor spagnola.
Il Brasile a Rio de Janeiro 2016: Soro e Antonelli (portieri), Crivella, Franco, Ives Gonzales, Salemi, B. Gomes, Delgado, Charuto, Rocha, Perrone, Grummy, Vrlic. All. Rudic
GIAPPONE. Il team di Omoto arriva a Rio con l’etichetta di squadra-simpatia, ma punta in realtà a ottenere un buon risultato per scaldare l’opinione pubblica di casa in vista di Tokyo 2020. Veloci e aggressivi, i nipponici giocano un pressing alto e spericolato: tante le controfughe prodotte, tanti i gol subiti dai centroboa avversari nei vari tornei di preparazione. Tra i singoli da seguire Takei, attaccante con un passato in Ungheria che s’è fatto notare in World League e non solo.
Il Giappone a Rio de Janeiro 2016: Tanamura e Fukushima (portieri), Adachi, Arai, Shiga, Yanase, Iida, Shimizu, Kadono, Takei, Yasuda, Okawa, Hazui. All. Omoto
GRECIA. I greci ci credono, sanno che a Rio 2016 può arrivare la prima storica medaglia olimpica della loro pallanuoto maschile. La consapevolezza nasce dalla forza di una squadra di qualità, che gioca insieme da tempo e che spesso si muove come una macchina perfetta. Non a caso la formazione è identica a quella di Mondiali ed Europei. La vittoria in amichevole sulla Serbia nella finale del torneo di Bor ha aumentato l’autostima del team di Vlachos, che ha dichiarato di puntare all’oro. Con gente come Mylonakis, Fountoulis, Afroudakis e Mourikis, l’impresa è possibile.
La Grecia a Rio de Janeiro 2016: Flegkas e Galanopoulos (portieri), Mylonakis, Dervisis, Gennidounias, Fountoulis, Pontikeas, Afroudakis, Delakas, Mourikis, Kolomvos, Gounas, Vlachopoulos. All. Vlachos
SERBIA. I favoriti, i predestinati, ma anche quelli con maggiore pressione. Dopo aver vinto tutto negli ultimi due anni, i Delfini di Savic devono necessariamente mirare all’oro olimpico, che manca dal 1988, quando però a competere era ancora la Jugoslavia. Per centrare l’obiettivo, il c.t. serbo si è affidato al gruppo di ferro che ha conquistato Mondiali, Europei, e le ultime due World League: il trio Filipovic-Prlainovic-Dusko Pijetlovic guida uno spogliatoio saldissimo e una squadra potenzialmente senza difetti. Le sconfitte in fase di preparazione contro Grecia e Italia non ingannino, la Serbia è ancora la grande favorita per l’oro.
La Serbia a Rio de Janeiro 2016: G. Pijetlovic e B. Mitrovic (portieri), Mandic, Gocic, Randjelovic, M. Cuk, D. Pijetlovic, Nikic, Aleksic, Jaksic, F. Filipovic, Prlainovic, S. Mitrovic. All. Savic
UNGHERIA. Il match d’esordio dei magiari contro la Serbia – partita che aprirà le Olimpiadi – potrebbe già dire molto riguardo alle potenzialità della squadra di Benedek, tecnicamente fortissima ma dalla tenuta psicologica da verificare. Agli Europei il ritorno di Kis ai due metri ha dato maggiori certezze ai magiari, che dipenderanno inevitabilmente dalle prestazioni di Nagy tra i pali – davvero ottimo il finale di stagione del portiere con lo Szolnok – e di Denes Varga, chiamato a fare la differenza nei momenti clou e contro avversari di peso. Occhio anche ai giovani: dopo il suo super Europeo, si attendono conferme dal ’97 Manhercz, mentre il 21enne mancino Zalanki dovrà dimostrare che Benedek ha fatto bene a lasciare a casa Madaras.
L’Ungheria a Rio de Janeiro 2016: V. Nagy e At. Decker (portieri), Erdelyi, Ad. Decker, Harai, Hosnyanszky, Kis, K. Manhercz, Szivos, Da. Varga, De. Varga, Vamos, Zalanki. All. Benedek
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Gruppo B
CROAZIA. È il vero punto interrogativo dei Giochi. Dopo il deludente 7° posto agli Europei, le spaccature nello spogliatoio – con l’allontanamento di Obradovic, Paskvalin e Sukno, l’unico a essere riammesso in squadra – e una World League sotto tono, i Barakuda vogliono riscattarsi a Rio, dove arrivano da campioni olimpici in carica. La grande novità, accompagnata da numerose polemiche sia in Croazia che in Spagna, è rappresentata da Javi Garcia, scartato dal c.t. della Roja Gabi Hernandez e “ripescato” ad Tucak grazie alla naturalizzazione. L’altro innesto, rispetto agli Europei, è quello del neo-acquachiarino Krapic, scelto da Tucak come spalla di Loncar ai due metri dopo l’esclusione di Paskvalin e le prestazioni deludenti di Pavlovic a Belgrado.
La Croazia a Rio de Janeiro 2016: Pavic e Bijac (portieri), Buric, A. Petkovic, Loncar, Jokovic, Bukic, J. Garcia, Buslje, Sukno, Krapic, Setka, Macan. All. Tucak
FRANCIA. Per molti è “l’imbucata alla festa”, la squadra meno dotata tecnicamente di tutti i Giochi nonché quella candidata a giocarsi l’ultimo posto con il Giappone. In realtà il team di Bruzzo è abituato a sorprendere, proprio come accaduto nel preolimpico di Trieste, dove, polemiche a parte per il match perso con il Canada, ha meritato la qualificazione, tornando ai Giochi dopo ben 24 anni. Il c.t. transalpino ha puntato in blocco su quel gruppo, cambiando solo il portiere di riserva (Moriame per Noyon). La Francia ha carattere, due ottimi centroboa (il neo-mastino Blary e Camarasa), un mancino bravo ma discontinuo come Crousillat: basterà per ben figurare?
La Francia a Rio de Janeiro 2016: Garsau e Moriame (portieri), Saudadier, Kovacevic, Khasz, Blary, Simon, Crousillat, Izdinsky, Marzouki, Peisson, Tomasevic e Camarasa. All. Bruzzo
MONTENEGRO. La cura Gojkovic ha rimesso a lucido gli Ajkula, permettendo loro di sfiorare la vittoria nella finale degli Europei di Belgrado. Ora il Montenegro punta in alto, pur sapendo che anche un quarto posto, in un paese piccolo come quello adriatico, sarebbe salutato come un’impresa. Il coefficiente di difficoltà, a Rio, sarà maggiore, anche perché in Brasile mancherà Nikola Janovic, ritiratosi dopo gli Europei. A gente come Ivovic, Darko Brguljan, Radovic e Mladjan Janovic il compito di sostituire l’ex Posillipo in quanto a carisma e di sfruttare quella che è forse l’ultima occasione olimpica per la generazione di talenti montenegrina. Quanto al resto della formazione, Gojkovic ha reinserito Klikovac lasciando a casa non Misic, poco utilizzato a Belgrado, ma il neo-triestino Vukcevic, per motivazioni disciplinari. L’altra novità è il rientro di Radic, preferito a Lazovic come alternativa tra i pali a Scepanovic.
Il Montenegro a Rio de Janeiro 2016: Scepanovic e Radic (portieri), Dr. Brguljan, Paskovic, A. Petrovic, Da. Brguljan, Radovic, M. Janovic, Cuckovic, Ivovic, Misic, Klikovac, Jokic. All. Gojkovic (Draskovic e Pjesivac)
SPAGNA. Europei e pre-olimpico hanno indicato la Roja come una squadra in crescita, capace di battere e mettere in difficoltà anche avversari più quotati. Per raggiungere una medaglia, la squadra di Hernandez dovrà necessariamente ribaltare qualche pronostico: la sensazione è che molto dipenderà dalla forma di Willy Molina, il sole attorno a cui ruota il gioco spagnolo, alla sua ultima competizione con la calottina della nazionale. Per il resto, poche novità se non il ritorno del difensore Roca, preferito in difesa al giovanissimo Bustos.
La Spagna a Rio de Janeiro 2016: Lopez Pinedo e I. Aguilar (portieri), Minguell, Tahull, Español, F. Fernandez, Roca, Munarriz, Szirany, Alarcon, Molina, Echenique, Mallarach. All. G. Hernandez (fuori Bustos)
STATI UNITI. Giovani ed anziani, con poche vie di mezzo: questo il gruppo formato da Dejan Udovicic per Rio 2016. Azevedo, alla quinta Olimpiade, Smith (alla quarta), Moses e Mann sono gli unici statunitensi con esperienze ai Giochi, mentre tra gli altri 9 debuttanti figurano i 19enni Dunstan e Hallock, oltre al “nostro” Cupido, ormai autentica stella della pallanuoto a stelle e strisce.
Gli Stati Uniti a Rio de Janeiro 2016: Moses e Baron (portieri), Dunstan, Hallock, Obert, Roelse, Cupido, Samuels, Azevedo, Bowen, Bonanni, Smith, Mann. All. Udovicic
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