Olimpiadi di Rio de Janeiro – Torneo maschile – 3a giornata
Gruppo A
AUSTRALIA-GIAPPONE 8-6 (1-2, 2-1, 3-2, 2-1)
Australia: Stanton-French, Campbell, Ford, Cotterill, Martin, Gilchrist, Younger 3, Swift 1, Kayes 4, Howden, Emery, Dennerley. All. Fatovic
Giappone: Tanamura, Adachi, Arai, Shiga 1, Yanase 1, Iida, Shimizu, Kadono, Takei 2, Yasuda, Okawa 2, Hazui, Fukushima. All. Omoto
Arbitri: Buch (Esp) e Peila (Usa)
Note: sup. num. Australia 4/9, Giappone 2/7. Usciti 3 f. Iida nel II quarto, Younger nel IV
Cielo plumbeo e acqua verde al Maria Lenk Aquatic Centre per la 3a giornata del torneo olimpico maschile, che si apre con il successo dell’Australia sul Giappone. Vittoria importante per gli Aussie Sharks, oggi senza Roach, squalificato dopo la rissa con Harai di ieri: i ragazzi di Fatovic restano in corsa per la qualificazione, ma prima di gioire hanno sofferto i nipponici, avanti 3-1 in avvio di terzo quarto grazie a un paio di sbavature di Stanton-French (poi sostituito da Dennerley), al consueto pressing altissimo, che manda fuori giri gli australiani in avvio, e ad alcune ottime parate del barbuto Tanamura. Poi le urla di Fatovic svegliano gli Aussie, in particolare Younger, che segna 3 dei 5 gol con cui l’Australia vola sul 6-3, ma la partita, giocata a ritmi alti e ricca di tanti errori, resta viva grazie alla vivacità degli esterni giapponesi, sempre pronti a ripartire e a cercare l’entrata a sorpresa. Neanche il 7-5 del gigantesco Kayes – spalle alla porta, inventa una palomba di solo polso che scavalca Tanamura in uscita – abbatte il team di Omoto, così il gigantesco centroboa deve ripetersi a 3’ dalla fine per chiudere i giochi. L’Australia spera ancora, il Giappone da ora in poi giocherà per l’onore e lo spettacolo.
GRECIA-UNGHERIA 8-8 (1-2, 1-1, 4-2, 2-3)
Grecia: Flegkas, Mylonakis, Dervisis, Gennidounias 2, Fountoulis, Pontikeas, Afroudakis, Delakas, Mourikis 1, Kolomvos, Gounas 2, Vlachopoulos 3, Galonopoulos. All. Vlachos
Ungheria: V. Nagy, Zalanki 1, Manhercz, Erdelyi 1, Vamos 1, Hosnyanszky 1, Ad. Decker, Szivos, Da. Varga, De. Varga 1, Kis, Harai 3, At. Decker. All. Benedek
Arbitri: Peris (Cro) e Koganov (Aze)
Note: sup. num. Grecia 2/8, Ungheria 6/12. Rigori: Grecia 1/1. Usciti 3 f. Dervisis e Delakas nel IV quarto
I magiari tentano la fuga in vetta al girone A, ma a 5’’ dalla fine un super Vlachopoulos li tiene inchiodati nel mezzo del gruppo, imponendo loro il terzo pari di fila. Questo il verdetto di Grecia-Ungheria, partita emozionante che non cambia la storia di un girone in cui, allo stato attuale, è impossibile fare calcoli. Meglio, per ora, attenersi allo spettacolo, che è tanto. La Grecia è affascinante per la calma con cui gestisce il possesso palla, attendendo fino all’ultimo secondo per trovare il momento giusto in cui la difesa avversaria si disunisce ed effettuare il tiro o il passaggio al centroboa. L’Ungheria è incontenibile ai due metri, nella coppia Harai-Kis, ed è apparsa in crescita rispetto alle prime due uscite. Grazie ai suoi centroboa, i magiari conquistano la leadership a fine primo quarto, ma nella prima metà la partita pare bloccata, con ritmi bassi e le difese che riescono a tenere sotto controllo gli attaccanti sul perimetro, anche grazie al buon lavoro di Flegkas e Nagy, al rientro dopo l’infortunio che l’aveva tenuto fuori contro l’Australia. All’intervallo si arriva sul 3-2 per l’Ungheria, ma appena questa si disunisce viene fuori la Grecia: controfuga di Vlachopoulos, bordata no look di Gennidounias e rigore conquistato da Kolomvos e trasformato da Gounas, si va sul 5-3 per gli ellenici. Digerito il black out, sul 6-4 l’Ungheria si riprende e risponde con un controparziale di 3-0 chiuso da un Harai immarcabile. A 3’55’’ dalla fine, Gennidounias pesca un altro jolly da posizione 2 ed è 7-7. Nel finale, l’uomo in più può fare la differenza per i magiari: Vamos finalizza quello dell’8-7, Mylonakis non fa lo stesso per la Grecia. Ma a 5’’ dalla fine Vlachopoulos segna il 2-0 nella sua personale partita con Denes Varga, già beffato sulla sirena della semifinale di Champions League a Budapest: il greco conquista il fallo del 10 magiaro e con due braccia avanti mette dentro l’alzo e tiro dell’8-8. Alla Grecia restano da affrontare Brasile e Australia, Giappone e Brasile sulla strada dei magiari: la sensazione è che sarà la Seleçao a decidere i piazzamenti finali.
BRASILE-SERBIA 6-5 (0-2, 3-1, 2-0, 1-2)
Brasile: Soro, Crivella, Franco, Ives Alonso, Salemi, B. Gomes 1, Delgado 1, Charuto, Rocha, Perrone 1, Grummy 1 (rig.), Vrlic 2, Antonelli. All. Rudic
Serbia: B. Mitrovic, Mandic 1, Gocic, Randjelovic 1, M. Cuk, D. Pijetlovic, Nikic 1, Aleksic, Jaksic, F. Filipovic 1, Prlainovic, S. Mitrovic 1, G. Pijetlovic. All. Savic
Arbitri: Mercier (Fra) e Ni Shi Wei (Chn)
Note: sup. num. Brasile 2/9, Serbia 5/8. Rigori: Brasile 1/1.
Le Olimpiadi sono fatte per sognare e forse solo nei loro sogni i giocatori del Brasile, qualche mese fa, potevano riuscire a battere laSerbia di Savic, campione del mondo e bi-campione d’Europa in carica. Ma con uno come Ratko Rudic in panchina, anche i sogni più impossibili possono diventare realtà. Al Maria Lenk Aquatic Centre la Seleçao supera la Serbia 6-5, realizzando una delle imprese più sorprendenti della pallanuoto moderna: sì, è vero, siamo ancora solo nella fase a gironi del torneo olimpico, ma pensate dov’era il Brasile 4 anni fa (già, dov’era?) e non potrete non provare un brivido d’emozione. Dopo 3 gare possiamo dirlo: la Serbia è una squadra in crisi. Non c’entra qui l’orario, né la preparazione finalizzata ai quarti di finale: i Delfini hanno sofferto come già avvenuto nei match con Ungheria e Grecia, ripresi per i capelli e pareggiati grazie alla forza dei singoli. Stavolta non ci sono riusciti, un po’ per il carattere messo in acqua dai brasiliani, un po’ perché di ottimi singoli dispone anche la Seleçao: Vrlic, ad esempio, dopo una stagione stratosferica allo Jug continua a fare meraviglie in nazionale e siamo certi che stanotte sarà l’incubo nel sonno di Aleksic, Randjelovic e Gocic. Il 6-5 finale lascia il Brasile ai quarti e la Serbia a rischio eliminazione: fondamentale per i Delfini sarà il match con l’Australia. E dire che il 2-0 iniziale pareva poter regalarle una gara tranquilla, ma già nel secondo quarto si capisce che non sarà così. La Seleçao, infatti, alza il ritmo del proprio gioco, mentre Soro diventa sempre più grosso tra i pali e Vrlic sempre più immarcabile per la lenta e poco reattiva difesa di Savic. Il Brasile agguanta il pari sul 3-3, poi mette la freccia con i gol di Bernardo Gomes (con la complicità di Brane Mitrovic) e Vrlic, ancora lui, bravo a liberarsi di Aleksic e ad andare in rete dai due metri di pura prepotenza per il 5-3. Nell’ultimo quarto la Serbia ritrova ritmo in superiorità, agganciando il 5-5 con Mitrovic e Nikic, ma a 46’’ dalla sirena Gocic e Aleksic concedono a Vrlic un controllo su un passaggio da 10 metri: il centro croato-brasiliano si gira e conquista un rigore che Grummy trasforma nella vittoria più importante della storia della pallanuoto brasiliana. Soro respinge l’ultimo assalto di Pijetlovic, poi sono sorrisi – larghissimo quello di Rudic – applausi e qualche lacrima. Il Maria Lenk celebra i suoi ragazzi, che sembrano non voler uscire più dall’acqua per non far terminare questa serata indimenticabile. Immagini che solo le Olimpiadi sanno regalare.
LA CLASSIFICA: Brasile 6, Grecia 4, Australia 3, Ungheria 3, Serbia 2, Giappone 0.
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Gruppo B
FRANCIA-STATI UNITI 3-6 (1-1, 0-4, 0-0, 2-1)
Francia: Garsau, Saudadier, Kovacevic, Khasz, Blary, Simon, Crousillat 1, Izdinsky, Marzouki, Peisson 1, Tomasevic, Camarasa 1, Moriame. All. Bruzzo
Stati Uniti: Baron, Dunstan, Hallock, Obert, Roelse, Cupido 1, Samuels 3 (1 rig.), Azevedo, Bowen, Bonanni, Smith 1, Mann 1, Moses. All. Udovicic
Arbitri: Moller (Arg) e Alexandrescu (Rou)
Note: sup. num. Francia 1/7, Stati Uniti 3/12. Rigori: Stati Uniti 1/1
Primo successo per gli Stati Uniti, che eliminano la Francia dalla corsa per i quarti di finale e tornano a sperare di entrare nelle migliori 8 del torneo olimpico. Lo strappo decisivo arriva nel secondo quarto, quando gli Usa allungano fino al 5-1 grazie alle reti di Smith,Samuels (doppietta) e Cupido. Solo dopo il 6-1, ancora di Samuels, la Francia trova il modo per battere Baron, schierato oggi titolare da Udovicic.
SPAGNA-CROAZIA 9-4 (2-0, 2-1, 1-2, 4-1)
Spagna: Lopez Pinedo, Munarriz, Roca, Alarcon, Molina 1, Minguell 1, Sziranyi 1, Español 1, Tahull, F. Fernandez 1, Mallarach, Echenique 4, I. Aguilar. All. G. Hernandez.
Croazia: Bijac, Buric, A. Petkovic, Loncar, Jokovic 1, Bukic, Macan, Buslje 1, Sukno 1, Krapic, Setka, J. Garcia 1, Pavic. All. Tucak
Arbitri: Margeta (Slo) e Koryzna (Pol)
Note: sup. num. Spagna 2/6, Croazia 2/9. Rigori: Croazia 0/1. Uscito 3 f. Roca nel IV quarto
La giornata si chiude con il successo della Spagna sulla Croazia, risultato che lascia il Settebello solo al vertice del gruppo B. La Roja costruisce il successo nei primi due quarti, nei quali concede appena un gol ai Barakuda, indolenti e poco reattivi nelle chiusure dei tiratori avversari. Ad approfittare della libertà concessa dalla Croazia è soprattutto Echenique, autore di un’altra grande prova dopo quella con gli Stati Uniti: suoi il 3-0 e il 4-1 con cui la Spagna scappa via. Tucak prova a restare in scia cambiando un impacciato Pavic con Bijac, ma la musica per i Barakuda non cambia e anzi nel finale la Spagna dilata il suo vantaggio fino al 9-4 conclusivo.
LA CLASSIFICA: Italia 6, Spagna 4, Croazia 4, Montenegro 2, Stati Uniti 2, Francia 0.
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