mercoledì 17 agosto 2016

Rio 2016, quarti di finale: risultati, tabellini e commenti

Scepanovic Milos

Olimpiadi di Rio de Janeiro – Torneo maschile – Quarti di finale (orario italiano)

UNGHERIA-MONTENEGRO 11-13 d.t.r.  (1-2, 2-3, 3-3, 3-1; 2-4 ai rigori)
Ungheria: V. Nagy, Zalanki, Manhercz 1, Erdelyi 3, Vamos 3, Hosnyanszky, Ad. Decker, Szivos, Da. Varga, De. Varga 2, Kis, Harai, At. Decker. All. Benedek
Montenegro: Scepanovic, Dr. Brguljan 2, Paskovic 1, A. Petrovic, Da. Brguljan, Radovic 1, M. Janovic 1, Cuckovic, Ivovic 3, Misic, Klikovac 1, Jokic, Radic. All. Gojkovic
Arbitri: Koganov (Aze) e Peila (Usa)
Note: sup. num. Ungheria 6/9, Montenegro 2/7. Sequenza rigori: Ivovic gol, Denes Varga gol, Radovic gol, Daniel Varga gol, Darko Brguljan gol, Vamos parato, M. Janovic fuori, Hosnyanszky parato, Paskovic gol
L’Ungheria è fuori dalla corsa per l’oro olimpico, eliminata da un Montenegro che in questo torneo tiene fede al soprannome dei suoi giocatori, Ajkula, gli squali: come un pescecane si nasconde in profondità per attaccare la preda all’improvviso, così la squadra diGojkovic ha giocato al risparmio nel girone, per poi sorprendere i magiari quando la posta in palio contava davvero. Successo meritato per il Montenegro, che ha giocato meglio degli avversari. Straordinario, a questo punto, lo score del piccolo paese adriatico ai Giochi: tre partecipazioni e tre volte in semifinale. L’obiettivo, adesso, è tornare a casa con una medaglia. Delude ancora, invece, l’Ungheria diBenedek, già eliminata dagli Ajkula nella semifinale degli ultimi Europei. Come a Londra 2012, ora dovrà giocare per il 5° posto, e per il c.t. sono già pronti i processi in patria. Gojkovic sorprende Benedek rispolverando la mossa vincente di Belgrado, ovvero una formazione priva di centro di ruolo, in cui i difensori hanno il compito di trascinare ai due metri i pesanti centroboa magiari. A fare la differenza in favore degli Ajkula, però, sono le parate di Scepanovic, punto di forza di una zona che lascia poco spazio ad Harai e Kis. A fare la differenza dovrebbero essere i tanti tiratori di Benedek, che non appaiono però in partita. Dall’altra parte della vasca, invece, si fanno sentire eccome i cecchini montenegrini: fantastico Ivovic, che prima segna il 2-1 da 6 metri raccogliendo al volo un primo tiro respinto dalla traversa, poi chiude il break con l’alzo e tiro del 4-1. Benedek prova a dare la scossa cambiando portiere, ma l’Ungheria chiude sul -2 la prima metà di gara e torna sotto di 3 in avvio di terzo quarto (6-3), colpita da Paskovic, completamente perso dai magiari dopo un blocco in entrata. Per fortuna degli ungheresi l’uomo in più continua a funzionare grazie a Vamos ed Erdelyi, mentre il Montenegro allenta la pressione sui centroboa avversari, incassando qualche espulsione di troppo. L’Ungheria riesce così a rosicchiare lo svantaggio e, dopo la doppia superiorità sprecata dal Montenegro per chiudere la partita, sul 9-8 opera l’aggancio: a firmare il 9-9 èDenes Varga, finalmente decisivo per la sua nazionale, con un tiro improvviso dagli 8 metri che sorprende Scepanovic e fa impazzire il pubblico sugli spalti. Il portiere si rifà dai 5 metri, parando i tiri di Vamos e Hosnyanszky, prima che Paskovic – da oggi ufficialmente al Brescia – trasformi il 5 metri della vittoria.

SERBIA-SPAGNA 10-7 (3-1, 4-2, 0-2, 3-2)
Serbia: B. Mitrovic, Mandic 4, Gocic, Randjelovic, M. Cuk 1, D. Pijetlovic, Nikic, Aleksic 1, Jaksic, F. Filipovic 2, Prlainovic, S. Mitrovic 2, G. Pijetlovic. All. Savic
Spagna: Lopez Pinedo, Munarriz 2, Roca, Alarcon, Molina 3, Minguell 1, Sziranyi 1, Español, Tahull, F. Fernandez, Mallarach, Echenique, I. Aguilar. All. G. Hernandez.
Arbitri: Flahive (Aus) e Koryzna (Pol)
Note: sup. num. Serbia 4/7, Spagna 5/13. Uscito 3 f. Aleksic nel IV quarto
Non è ancora l’imbattibile Serbia degli ultimi due anni, ma piccoli progressi permettono ai campioni d’Europa e del mondo di guadagnare l’accesso alla semifinale olimpica. La squadra di Savic elimina la Spagna perché ritrova un pizzico di solidità difensiva e tanto basta per domare un avversario a corto di soluzioni in avanti. La Roja, in sostanza, dipende da Molina ed Echenique: il primo è encomiabile per l’ostinazione e la classe con cui prova a tenere incollata la sua squadra ai serbi, il secondo si dimostra non in giornata, e così le speranze di Hernandez naufragano troppo presto. Aggiungete pure che, nella prima metà gara, la Serbia trova facilmente il gol dal perimetro: Mandic, un fantasma finora a Rio, esplode come una bomba con 3 gol di tecnica e potenza, ma una grossa mano ai Delfini la dà anche Lopez Pinedo, impreparato sulle conclusioni dalla lunga distanza dei serbi. Filipovic e compagni, senza strafare, ma affidandosi solo alle loro capacità balistiche, volano sul 7-3 al termine del secondo quarto, segnando ben 5 gol in parità numerica. I guai della Serbia, però, non sembrano ancora tutti risolti. In attacco la squadra di Savic resta prevedibile – compitino per Dusko Pijetlovic,Prlainovic ancora non pervenuto –  mentre in difesa, specie con l’uomo in meno, non assomiglia al bunker invalicabile apprezzato a Kazan e Belgrado. Appena Lopez Pinedo infila quattro parate di fila, dunque, la Spagna torna sotto (7-5) e per due volte spreca la superiorità del -1. Errori gravi, perché dopo aver corso il pericolo la Serbia migliora la sua percentuale con l’uomo in più e per tre volte, con Mitrovic prima, Filipovic e Mandic poi, ribadisce il +3 che di fatto sega le gambe alla Roja. Alla squadra di Hernandez non resta che recriminare per i risultati folli dell’ultima giornata dei gironi, che l’hanno accoppiata all’avversario più difficile. La Serbia, invece, senza brillare si trova in semifinale e attende Grecia-Italia per conoscere il nome del suo avversario: chiunque passi, la sensazione è che giovedì non assisteremo a una gara scontata.

BRASILE-CROAZIA 6-10 (2-3, 1-4, 3-1, 0-2)
Brasile: Soro, Crivella, Franco, Ives Alonso, Salemi, B. Gomes 3, Delgado 1, Charuto 1, Rocha, Perrone, Grummy 1 (rig.), Vrlic, Antonelli. All. Rudic
Croazia: Bijac, Buric 1, A. Petkovic, Loncar, Jokovic 3, Bukic 1, Macan, Buslje 1, Sukno 1 (rig.), Krapic, Setka, J. Garcia 2, Pavic. All. Tucak
Arbitri: Alexandrescu (Rou) e Mercier (Fra)
Note: sup. num. Brasile 2/12, Croazia 7/9. Rigori: Brasile 1/3, Croazia 1/1. Uscito 3 f. Charuto nel III quarto. Espulso per brutalità Buric a 6’’ dalla fine del terzo quarto.
La Croazia non ha alcuna intenzione di mollare l’oro vinto a Londra 2012. È questo il segnale che la squadra di Tucak manda alle altre pretendenti con il successo sul Brasile. Una vittoria netta, maturata grazie ad una concretezza offensiva sconosciuta ai sudamericani e a una difesa monumentale, guidata da un Bijac semplicemente insuperabile. La Croazia non va in difficoltà neanche quando, nell’ultimo quarto, subisce l’espulsione per brutalità di Buric: una dimostrazione di forza che è un segnale per il Montenegro, avversario in semifinale. Rudic non riesce nel miracolo di portare il Brasile nella top 4 olimpica, ma la Seleçao esce tra gli applausi di un Olympic Aquatic Stadium assolutamente rapito dalla pallanuoto. Aver gettato i semi per lo sviluppo della waterpolo nel grande paese sudamericano è un merito del guru croato che la sconfitta di oggi non potrà cancellare.   La partita si apre con una disattenzione che lascia campo alla controfuga di Charuto per l’1-0, ma poi la squadra di Tucak torna quadrata e lineare, specie in avanti, dove aspetta con pazienza che Loncar riesca a conquistare un’espulsione per poi sfruttare la superiorità numerica: perfetti i Barakuda in questa situazione di gioco, con un 5/5 che nella prima metà gara mina fortemente il morale dei brasiliani. In difesa, i croati faticano a contenere il solito Vrlic, ma hanno dalla loro Bijac che, con la gara di oggi, si candida al ruolo di miglior portiere dei Giochi. Il numero 13, preferito ancora una volta al capitano Pavic, para due rigori, il primo a Perrone, suo compagno di club nello Jug, sul punteggio di 1-1, il secondo a Bernardo Gomes, quando il tabellone dice 4-2 per la Croazia. Parate decisive, che permettono al team con la calottina a scacchi di scappare via fino al 7-3 con cui si arriva all’intervallo lungo. Nel terzo quarto i Barakuda sporcano la propria percentuale con l’uomo in più, ma non corrono pericoli, perché nel fondamentale il Brasile fa assai peggio, stoppato ripetutamente dal solito Bijac. La partita pare indirizzata verso un finale tranquillo per i croati, ma nell’ultimo minuto Gomes firma l’8-5 e, subito dopo, a 6’’ dalla fine del quarto, Buric reagisce con un pugno a gioco fermo a un colpo di Vrlic, che apparentemente cercava il pallone. È brutalità del difensore croato, che salterà la semifinale: il rigore trasformato da Grummy vale il -2 che infiamma l’Aquatic Stadium. Tutto fa pensare a 4’ di inferiorità complicati per la Croazia, e invece i Barakuda sfoderano un uomo in meno strepitoso, guidato dal solito Bijac, che manda in confusione totale la Seleçao. I brasiliani chiudono il periodo in superiorità addirittura sotto di 1-0, colpiti da Garcia, poi tocca all’altro mancino Jokovic affondare i residui sogni di gloria dei sudamericani con un alzo e tiro che fulmina Soro, protagonista di una gara opaca.

venerdì 12 agosto 2016

Rio 2016, 3a giornata: capolavoro Brasile, sconfitta la Serbia


Olimpiadi di Rio de Janeiro – Torneo maschile – 3giornata

Gruppo A
AUSTRALIA-GIAPPONE 8-6 (1-2, 2-1, 3-2, 2-1)
Australia: Stanton-French, Campbell, Ford, Cotterill, Martin, Gilchrist, Younger 3, Swift 1, Kayes 4, Howden, Emery, Dennerley. All. Fatovic
Giappone: Tanamura, Adachi, Arai, Shiga 1, Yanase 1, Iida, Shimizu, Kadono, Takei 2, Yasuda, Okawa 2, Hazui, Fukushima. All. Omoto
Arbitri: Buch (Esp) e Peila (Usa)
Note: sup. num. Australia 4/9, Giappone 2/7. Usciti 3 f. Iida nel II quarto, Younger nel IV
Cielo plumbeo e acqua verde al Maria Lenk Aquatic Centre per la 3a giornata del torneo olimpico maschile, che si apre con il successo dell’Australia sul Giappone. Vittoria importante per gli Aussie Sharks, oggi senza Roach, squalificato dopo la rissa con Harai di ieri: i ragazzi di Fatovic restano in corsa per la qualificazione, ma prima di gioire hanno sofferto i nipponici, avanti 3-1 in avvio di terzo quarto grazie a un paio di sbavature di Stanton-French (poi sostituito da Dennerley), al consueto pressing altissimo, che manda fuori giri gli australiani in avvio, e ad alcune ottime parate del barbuto Tanamura. Poi le urla di Fatovic svegliano gli Aussie, in particolare Younger, che segna 3 dei 5 gol con cui l’Australia vola sul 6-3, ma la partita, giocata a ritmi alti e ricca di tanti errori, resta viva grazie alla vivacità degli esterni giapponesi, sempre pronti a ripartire e a cercare l’entrata a sorpresa. Neanche il 7-5 del gigantesco Kayes – spalle alla porta, inventa una palomba di solo polso che scavalca Tanamura in uscita – abbatte il team di Omoto, così il gigantesco centroboa deve ripetersi a 3’ dalla fine per chiudere i giochi. L’Australia spera ancora, il Giappone da ora in poi giocherà per l’onore e lo spettacolo.

GRECIA-UNGHERIA 8-8 (1-2, 1-1, 4-2, 2-3)
Grecia: Flegkas, Mylonakis, Dervisis, Gennidounias 2, Fountoulis, Pontikeas, Afroudakis, Delakas, Mourikis 1, Kolomvos, Gounas 2, Vlachopoulos 3, Galonopoulos. All. Vlachos
Ungheria: V. Nagy, Zalanki 1, Manhercz, Erdelyi 1, Vamos 1, Hosnyanszky 1, Ad. Decker, Szivos, Da. Varga, De. Varga 1, Kis, Harai 3, At. Decker. All. Benedek
Arbitri: Peris (Cro) e Koganov (Aze)
Note: sup. num. Grecia 2/8, Ungheria 6/12. Rigori: Grecia 1/1. Usciti 3 f. Dervisis e Delakas nel IV quarto
I magiari tentano la fuga in vetta al girone A, ma a 5’’ dalla fine un super Vlachopoulos li tiene inchiodati nel mezzo del gruppo, imponendo loro il terzo pari di fila. Questo il verdetto di Grecia-Ungheria, partita emozionante che non cambia la storia di un girone in cui, allo stato attuale, è impossibile fare calcoli. Meglio, per ora, attenersi allo spettacolo, che è tanto. La Grecia è affascinante per la calma con cui gestisce il possesso palla, attendendo fino all’ultimo secondo per trovare il momento giusto in cui la difesa avversaria si disunisce ed effettuare il tiro o il passaggio al centroboa. L’Ungheria è incontenibile ai due metri, nella coppia Harai-Kis, ed è apparsa in crescita rispetto alle prime due uscite. Grazie ai suoi centroboa, i magiari conquistano la leadership a fine primo quarto, ma nella prima metà la partita pare bloccata, con ritmi bassi e le difese che riescono a tenere sotto controllo gli attaccanti sul perimetro, anche grazie al buon lavoro di Flegkas e Nagy, al rientro dopo l’infortunio che l’aveva tenuto fuori contro l’Australia. All’intervallo si arriva sul 3-2 per l’Ungheria, ma appena questa si disunisce viene fuori la Grecia: controfuga di Vlachopoulos, bordata no look di Gennidounias e rigore conquistato da Kolomvos e trasformato da Gounas, si va sul 5-3 per gli ellenici. Digerito il black out, sul 6-4 l’Ungheria si riprende e risponde con un controparziale di 3-0 chiuso da un Harai immarcabile. A 3’55’’ dalla fine, Gennidounias pesca un altro jolly da posizione 2 ed è 7-7. Nel finale, l’uomo in più può fare la differenza per i magiari: Vamos finalizza quello dell’8-7, Mylonakis non fa lo stesso per la Grecia. Ma a 5’’ dalla fine Vlachopoulos segna il 2-0 nella sua personale partita con Denes Varga, già beffato sulla sirena della semifinale di Champions League a Budapest: il greco conquista il fallo del 10 magiaro e con due braccia avanti mette dentro l’alzo e tiro dell’8-8. Alla Grecia restano da affrontare Brasile e Australia, Giappone e Brasile sulla strada dei magiari: la sensazione è che sarà la Seleçao a decidere i piazzamenti finali.

BRASILE-SERBIA 6-5 (0-2, 3-1, 2-0, 1-2)
Brasile: Soro, Crivella, Franco, Ives Alonso, Salemi, B. Gomes 1, Delgado 1, Charuto, Rocha, Perrone 1, Grummy 1 (rig.), Vrlic 2, Antonelli. All. Rudic
Serbia: B. Mitrovic, Mandic 1, Gocic, Randjelovic 1, M. Cuk, D. Pijetlovic, Nikic 1, Aleksic, Jaksic, F. Filipovic 1, Prlainovic, S. Mitrovic 1, G. Pijetlovic. All. Savic
Arbitri: Mercier (Fra) e Ni Shi Wei (Chn)
Note: sup. num. Brasile 2/9, Serbia 5/8. Rigori: Brasile 1/1.
Le Olimpiadi sono fatte per sognare e forse solo nei loro sogni i giocatori del Brasile, qualche mese fa, potevano riuscire a battere laSerbia di Savic, campione del mondo e bi-campione d’Europa in carica. Ma con uno come Ratko Rudic in panchina, anche i sogni più impossibili possono diventare realtà. Al Maria Lenk Aquatic Centre la Seleçao supera la Serbia 6-5, realizzando una delle imprese più sorprendenti della pallanuoto moderna: sì, è vero, siamo ancora solo nella fase a gironi del torneo olimpico, ma pensate dov’era il Brasile 4 anni fa (già, dov’era?) e non potrete non provare un brivido d’emozione. Dopo 3 gare possiamo dirlo: la Serbia è una squadra in crisi. Non c’entra qui l’orario, né la preparazione finalizzata ai quarti di finale: i Delfini hanno sofferto come già avvenuto nei match con Ungheria e Grecia, ripresi per i capelli e pareggiati grazie alla forza dei singoli. Stavolta non ci sono riusciti, un po’ per il carattere messo in acqua dai brasiliani, un po’ perché di ottimi singoli dispone anche la Seleçao: Vrlic, ad esempio, dopo una stagione stratosferica allo Jug continua a fare meraviglie in nazionale e siamo certi che stanotte sarà l’incubo nel sonno di Aleksic, Randjelovic e Gocic. Il 6-5 finale lascia il Brasile ai quarti e la Serbia a rischio eliminazione: fondamentale per i Delfini sarà il match con l’Australia. E dire che il 2-0 iniziale pareva poter regalarle una gara tranquilla, ma già nel secondo quarto si capisce che non sarà così. La Seleçao, infatti, alza il ritmo del proprio gioco, mentre Soro diventa sempre più grosso tra i pali e Vrlic sempre più immarcabile per la lenta e poco reattiva difesa di Savic. Il Brasile agguanta il pari sul 3-3, poi mette la freccia con i gol di Bernardo Gomes (con la complicità di Brane Mitrovic) e Vrlic, ancora lui, bravo a liberarsi di Aleksic e ad andare in rete dai due metri di pura prepotenza per il 5-3. Nell’ultimo quarto la Serbia ritrova ritmo in superiorità, agganciando il 5-5 con Mitrovic e Nikic, ma a 46’’ dalla sirena Gocic e Aleksic concedono a Vrlic un controllo su un passaggio da 10 metri: il centro croato-brasiliano si gira e conquista un rigore che Grummy trasforma nella vittoria più importante della storia della pallanuoto brasiliana. Soro respinge l’ultimo assalto di Pijetlovic, poi sono sorrisi – larghissimo quello di Rudic – applausi e qualche lacrima. Il Maria Lenk celebra i suoi ragazzi, che sembrano non voler uscire più dall’acqua per non far terminare questa serata indimenticabile. Immagini che solo le Olimpiadi sanno regalare.

LA CLASSIFICA: Brasile 6, Grecia 4, Australia 3, Ungheria 3, Serbia 2, Giappone 0.
***

Gruppo B
FRANCIA-STATI UNITI 3-6 (1-1, 0-4, 0-0, 2-1)
Francia: Garsau, Saudadier, Kovacevic, Khasz, Blary, Simon, Crousillat 1, Izdinsky, Marzouki, Peisson 1, Tomasevic, Camarasa 1, Moriame. All. Bruzzo
Stati Uniti: Baron, Dunstan, Hallock, Obert, Roelse, Cupido 1, Samuels 3 (1 rig.), Azevedo, Bowen, Bonanni, Smith 1, Mann 1, Moses. All. Udovicic
Arbitri: Moller (Arg) e Alexandrescu (Rou)
Note: sup. num. Francia 1/7, Stati Uniti 3/12. Rigori: Stati Uniti 1/1
Primo successo per gli Stati Uniti, che eliminano la Francia dalla corsa per i quarti di finale e tornano a sperare di entrare nelle migliori 8 del torneo olimpico. Lo strappo decisivo arriva nel secondo quarto, quando gli Usa allungano fino al 5-1 grazie alle reti di Smith,Samuels (doppietta) e Cupido. Solo dopo il 6-1, ancora di Samuels, la Francia trova il modo per battere Baron,  schierato oggi titolare da Udovicic.


SPAGNA-CROAZIA 9-4 (2-0, 2-1, 1-2, 4-1)
Spagna: Lopez Pinedo, Munarriz, Roca, Alarcon, Molina 1, Minguell 1, Sziranyi 1, Español 1, Tahull, F. Fernandez 1, Mallarach, Echenique 4, I. Aguilar. All. G. Hernandez.
Croazia: Bijac, Buric, A. Petkovic, Loncar, Jokovic 1, Bukic, Macan, Buslje 1, Sukno 1, Krapic, Setka, J. Garcia 1, Pavic. All. Tucak
Arbitri: Margeta (Slo) e Koryzna (Pol)
Note: sup. num. Spagna 2/6, Croazia 2/9. Rigori: Croazia 0/1. Uscito 3 f. Roca nel IV quarto
La giornata si chiude con il successo della Spagna sulla Croazia, risultato che lascia il Settebello solo al vertice del gruppo B. La Roja costruisce il successo nei primi due quarti, nei quali concede appena un gol ai Barakuda, indolenti e poco reattivi nelle chiusure dei tiratori avversari. Ad approfittare della libertà concessa dalla Croazia è soprattutto Echenique, autore di un’altra grande prova dopo quella con gli Stati Uniti: suoi il 3-0 e il 4-1 con cui la Spagna scappa via. Tucak prova a restare in scia cambiando un impacciato Pavic con Bijac, ma la musica per i Barakuda non cambia e anzi nel finale la Spagna dilata il suo vantaggio fino al 9-4 conclusivo.

LA CLASSIFICA: Italia 6, Spagna 4, Croazia 4, Montenegro 2, Stati Uniti 2, Francia 0.

Rio 2016: Results and ranking



Below the results of the matches and the group rankings.  

  • Wednesday 10th August
  • 09.00 Australia - Japan 8-6 (1-2, 2-1, 3-2, 2-1)referees: Xevi Buch and Joe Peila
  • 10.20 Greece - Hungary 8-8 (1-2, 1-1, 4-2, 2-3)
    referees: Nenad Peris and Mark Koganov

    11.40 France - USA 3-6 (1-1, 0-4, 0-0, 2-1)
    referees: German Moller and Adrian Alexandrescu 

    13.00 Montenegro - Italy 5-6 (1-2, 1-1, 0-1, 3-2)
    referees: Peter Molnar and Georgios Stavridis

    19.30 Brazil - Serbia 6-5 (0-2, 3-1, 2-0, 1-2)
    referees: Benjamin Mercier and Shi Wei Ni

    20.50 Spain - Croatia 9-4 (2-0, 2-1, 1-2, 4-1)
    referees: Boris Margeta and Radoslaw Piotr Koryzna

  • Ranking Group ABrazil      3 - 6 (30 - 20)
    Greece           3 - 4 (25 - 24)
    Australia   3 - 3 (24 - 23)Hungary   3 - 3 (30 - 30)Serbia             3 - 2 (27 - 28)Japan    3 - 0 (21 - 32)
  • Ranking Group B
    Italy     3 - 6 (26 - 21)
    Spain     3 - 4 (27 - 22)
    Croatia     3 - 4 (19 - 21)
    Montenegro  3 - 2 (19 - 18)
    USA      3 - 2 (20 - 20)
    France    3 - 0 (15 - 24)
  • Monday 8th Augustus
  • 09.00     Serbia – Greece (Group A) 9-9 (1-2, 0-2, 4-3, 4-2)
    referees: Mark Koganov and Joe Peila

    10.20     Italy – France (Group B) 11-8 (4-3, 4-1, 1-2, 2-2)
    referees: Radoslaw Piotr Koryzna and Sergey Naumov

    11.40     USA – Spain (Group B) 9-10 (2-4, 3-1, 2-3, 2-2)
    referees: Adrian Alexandrescu and Peter Molnar

    13.00     Hungary – Australia (Group A) 9-9 (4-3, 2-2, 1-3, 2-1)
    referees: Boris Margeta and Filippo Gomez

    19.30     Japan – Brazil (Group A) 8-16 (2-5, 1-3, 4-4, 1-4)
    referees: Nenad Peris and Xevi Buch

    20.50     Croatia – Montenegro (Group B) 8-7 (2-2, 2-1, 1-2, 3-2)
    referees: Georgios Stavridis and Daniel Gerrard Flahive
  • Results Saturday 6 August
  • 09.00 Serbia – Hungary (group A) 13 - 13 (3-5, 3-4, 3-2, 4-2)Referees: Adrian Alexandrescu and Piotr Radoslaw Koryzna 
  • 10.20 USA – Croatia (group B) 5 - 7 (2-2, 1-1, 1-2, 1-2)Referees: Boris Margeta and Daniel Gerrard Flahive
    11.40 Spain – Italy (group B) 8 - 9 (3-2, 2-1, 1-2, 2-4)Referees: Vojin Putnikovic and Georgios Stavridis
    13.00 Greece – Japan (group A) 8 -7 (2-0, 2-3, 0-4, 4-0)Referees: Sergey Naumov and Stanko Ivanovski
    19.30 France – Montenegro (group B) 4-7 (0-2, 0-3, 1-0, 3-2)Referees: Mark Koganov and Peter Molnar
    20.50 Brazil – Australia (group A) 8 - 7 (3-2, 2-1, 2-2, 1-2)Referees: Filippo Gomez and Xevi Buch

    * local time in Rio 

    giovedì 11 agosto 2016

    OI Rio 2016: Novi poraz Crne Gore, Italijani bolji od ''ajkula''


    Drugi poraz vaterpolista Crne Gore na Olimpijskim igrama u Riju da Žaneiru. ''Ajkule'' su u derbiju dana poražene od Italije 5:6 (1:2, 1:1, 0:1, 3:2) i sada im predstoji borba sa Sjedinjenim Američkim Državama i Španijom za prolaz među osam najboljih.
    Nakon dva minuta igre Italijani su sa igračem više preko Gala stigli do vođstva. Dva napada zarednom nijesmo iskoristili igrača više, kazna je stigla preko Di Fulvija za 2:0. No, iz trećeg pokušaja s aigračem više, na minut do kraja Ivović je smanji o na 2:1.
    Imali smo dva napada za izjednačenje ali ih nijesmo iskoristili, odbranili smo se dva puta sa igračem manje, ali je Galo na sredini dionice pogodio za 3:1. Već u sljedećem napadu smanjio je Darko Brguljan, a onda dva puta nijesmo iskoristili igrača više za izjednačenje. Srećom i Bodegas je bio neprecizan na drugoj strani, ali je šut Radovića zaustavio Tempesti.
    Tri minuta nije bilo gola u trećoj dionici, loše smo organizovali napad u par navrata, i naravno stigla je kazna preko Di Fulvija za 4:2. To je i bio rezultat nakon treće četvrtine.
    Mišić je nakon minuta igre u posljednjoj dionici smanjio na 4:3, ali Italijani koriste igrača više da ponovo dođu do plus dva. No, istom mjerom uzvraća Darko Brguljan, na nešto manje od šest minuta do kraja.
    Loša reakcija naših igrača u odbrani, peterac za Italiju, koristi ga Filjoli za 6:4. Na minut ipo do kraja Draško Brguljan je smanjio na 6:5, odbranili se i imali posljednji napad za izjednačenje ali ga nijesmo iskoristili.
    Crnogorski vaterpolisti doživjeli su drugi uzastopni poraz, nakon štosu izgubili i od Hrvatske 8:7. Jedini trijumf upisali su protiv Francuske 7:4. Italija je upisala treći trijumf i zadržala maksimalan učinak.
    Najefikasniji u pobjedničkoj selekciji bio je Frančesko Di Fulvio sa tri, dok su po golpostigli Valentino Galo, Kristijan Prešuti i Pjetro Filjoli. U crnogorskoj reprezentaciji dva gola postigao je Darko Brguljan, a po jedan Aleksandar Ivović, Saša Mišić i Draško Brguljan.
    Pobjedu u toj grupu ostvarila je i selekcija Sjedinjenih Američkih Država, koja je slavila protiv Francuske 6:3. Sat i 50 minuta poslije ponoći rivali će biti Španija i Hrvatska. Crna Gora će u četvrtom kolu, u petak u 16 sati i 40 minuta, igrati sa selekcijom SAD.

    lunedì 1 agosto 2016

    Rio 2016, roster e novità delle squadre maschili


    Nelle scorse settimane abbiamo analizzato le scelte del c.t. Sandro Campagna riguardo al Settebello portato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Tutte le nazionali hanno ormai raggiunto il villaggio olimpico e si preparano a scendere in acqua il 6 agosto al Maria Lenk Aquatic Center, dove si disputerà la prima parte della competizione, che si sposterà poi all’Olympic Aquatic Center per la fase ad eliminazione diretta (qui il calendario e gli orari del torneo). Qui abbiamo voluto elencare le formazioni degli altri 11 team maschili partecipanti a Rio 2016, evidenziando novità e scelte dei vari commissari tecnici.
    Ricordiamo che al termine della prima fase passano ai quarti di finale le prime quattro classificate di ogni gruppo: le prime incrociano le quarte del girone opposto, le secondo sono abbinate alle terze. Successivamente semifinali e finali.

    Gruppo A
    AUSTRALIA. Nuoto e atletismo restano le armi principali degli Aussie Sharks, che a Rio de Janeiro sono arrivati con una sola novità rispetto ai Mondiali di Kazan dello scorso anno: il neozelandese naturalizzato Kayes, centroboa che aggiunge fisico e qualità ai due metri, già testato nell’ultima Super Final di World League di Huizhou. La stella è ancora Younger, le mani addosso e la continua ricerca della controfuga le caratteristiche del loro gioco.
    L’Australia a Rio de Janeiro 2016: Dennerley e Stanton-French (portieri), Campbell, Ford, Cotterill, Power, Gilchrist, Roach, Younger, Swift, Kayes, Howden, Emery. All. Fatovic

    Perrone, capitano del Brasile
    Perrone, capitano del Brasile
    BRASILE. Le parate di Soro, il ritmo e la classe di Perrone, il peso ai due metri di Vrlic: sono principalmente queste le armi a cui si affida Rudic per portare il Brasile a un buon risultato ai Giochi. Ma, come nella tradizione del guru croato, è bene aspettarsi dalla Seleçao anche ritmi elevati e una difesa ad alta intensità. Quanto alla formazione, la vera notizia è l’assenza dell’ex Florentia Guilherme Gomes, escluso in favore di Ruda Franco, attaccante che s’è fatto le ossa nella Division Honor spagnola.
    Il Brasile a Rio de Janeiro 2016: Soro e Antonelli (portieri), Crivella, Franco, Ives Gonzales, Salemi, B. Gomes, Delgado, Charuto, Rocha, Perrone, Grummy, Vrlic. All. Rudic

    GIAPPONE. Il team di Omoto arriva a Rio con l’etichetta di squadra-simpatia, ma punta in realtà a ottenere un buon risultato per scaldare l’opinione pubblica di casa in vista di Tokyo 2020. Veloci e aggressivi, i nipponici giocano un pressing alto e spericolato: tante le controfughe prodotte, tanti i gol subiti dai centroboa avversari nei vari tornei di preparazione. Tra i singoli da seguire Takei, attaccante con un passato in Ungheria che s’è fatto notare in World League e non solo.
    Il Giappone a Rio de Janeiro 2016: Tanamura e Fukushima (portieri), Adachi, Arai, Shiga, Yanase, Iida, Shimizu, Kadono, Takei, Yasuda, Okawa, Hazui. All. Omoto

    GRECIA. I greci ci credono, sanno che a Rio 2016 può arrivare la prima storica medaglia olimpica della loro pallanuoto maschile. La consapevolezza nasce dalla forza di una squadra di qualità, che gioca insieme da tempo e che spesso si muove come una macchina perfetta. Non a caso la formazione è identica a quella di Mondiali ed Europei. La vittoria in amichevole sulla Serbia nella finale del torneo di Bor ha aumentato l’autostima del team di Vlachos, che ha dichiarato di puntare all’oro. Con gente come Mylonakis, Fountoulis, Afroudakis e Mourikis, l’impresa è possibile.
    La Grecia a Rio de Janeiro 2016: Flegkas e Galanopoulos (portieri), Mylonakis, Dervisis, Gennidounias, Fountoulis, Pontikeas, Afroudakis, Delakas, Mourikis, Kolomvos, Gounas, Vlachopoulos. All. Vlachos

    Dusko Pijetlovic, centro della Serbia
    Dusko Pijetlovic, centro della Serbia
    SERBIA. I favoriti, i predestinati, ma anche quelli con maggiore pressione. Dopo aver vinto tutto negli ultimi due anni, i Delfini di Savic devono necessariamente mirare all’oro olimpico, che manca dal 1988, quando però a competere era ancora la Jugoslavia. Per centrare l’obiettivo, il c.t. serbo si è affidato al gruppo di ferro che ha conquistato Mondiali, Europei, e le ultime due World League: il trio Filipovic-Prlainovic-Dusko Pijetlovic guida uno spogliatoio saldissimo e una squadra potenzialmente senza difetti. Le sconfitte in fase di preparazione contro Grecia e Italia non ingannino, la Serbia è ancora la grande favorita per l’oro.
    La Serbia a Rio de Janeiro 2016: G. Pijetlovic e B. Mitrovic (portieri), Mandic, Gocic, Randjelovic, M. Cuk, D. Pijetlovic, Nikic, Aleksic, Jaksic, F. Filipovic, Prlainovic, S. Mitrovic. All. Savic

    UNGHERIA. Il match d’esordio dei magiari contro la Serbia – partita che aprirà le Olimpiadi – potrebbe già dire molto riguardo alle potenzialità della squadra di Benedek, tecnicamente fortissima ma dalla tenuta psicologica da verificare. Agli Europei il ritorno di Kis ai due metri ha dato maggiori certezze ai magiari, che dipenderanno inevitabilmente dalle prestazioni di Nagy tra i pali – davvero ottimo il finale di stagione del portiere con lo Szolnok – e di Denes Varga, chiamato a fare la differenza nei momenti clou e contro avversari di peso. Occhio anche ai giovani: dopo il suo super Europeo, si attendono conferme dal ’97 Manhercz, mentre il 21enne mancino Zalanki dovrà dimostrare che Benedek ha fatto bene a lasciare a casa Madaras.
    L’Ungheria a Rio de Janeiro 2016: V. Nagy e At. Decker (portieri), Erdelyi, Ad. Decker, Harai, Hosnyanszky, Kis, K. Manhercz, Szivos, Da. Varga, De. Varga, Vamos, Zalanki. All. Benedek
    ***

    Gruppo B
    Sukno, bomber della Croazia
    Sukno, bomber della Croazia
    CROAZIA. È il vero punto interrogativo dei Giochi. Dopo il deludente 7° posto agli Europei, le spaccature nello spogliatoio – con l’allontanamento di Obradovic, Paskvalin e Sukno, l’unico a essere riammesso in squadra – e una World League sotto tono, i Barakuda vogliono riscattarsi a Rio, dove arrivano da campioni olimpici in carica. La grande novità, accompagnata da numerose polemiche sia in Croazia che in Spagna, è rappresentata da Javi Garcia, scartato dal c.t. della Roja Gabi Hernandez e “ripescato” ad Tucak grazie alla naturalizzazione. L’altro innesto, rispetto agli Europei, è quello del neo-acquachiarino Krapic, scelto da Tucak come spalla di Loncar ai due metri dopo l’esclusione di Paskvalin e le prestazioni deludenti di Pavlovic a Belgrado.
    La Croazia a Rio de Janeiro 2016: Pavic e Bijac (portieri), Buric, A. Petkovic, Loncar, Jokovic, Bukic, J. Garcia, Buslje, Sukno, Krapic, Setka, Macan. All. Tucak

    FRANCIA. Per molti è “l’imbucata alla festa”, la squadra meno dotata tecnicamente di tutti i Giochi nonché quella candidata a giocarsi l’ultimo posto con il Giappone. In realtà il team di Bruzzo è abituato a sorprendere, proprio come accaduto nel preolimpico di Trieste, dove, polemiche a parte per il match perso con il Canada, ha meritato la qualificazione, tornando ai Giochi dopo ben 24 anni. Il c.t. transalpino ha puntato in blocco su quel gruppo, cambiando solo il portiere di riserva (Moriame per Noyon). La Francia ha carattere, due ottimi centroboa (il neo-mastino Blary e Camarasa), un mancino bravo ma discontinuo come Crousillat: basterà per ben figurare?
    La Francia a Rio de Janeiro 2016: Garsau e Moriame (portieri), Saudadier, Kovacevic, Khasz, Blary, Simon, Crousillat, Izdinsky, Marzouki, Peisson, Tomasevic e Camarasa. All. Bruzzo

    MONTENEGRO. La cura Gojkovic ha rimesso a lucido gli Ajkula, permettendo loro di sfiorare la vittoria nella finale degli Europei di Belgrado. Ora il Montenegro punta in alto, pur sapendo che anche un quarto posto, in un paese piccolo come quello adriatico, sarebbe salutato come un’impresa. Il coefficiente di difficoltà, a Rio, sarà maggiore, anche perché in Brasile mancherà Nikola Janovic, ritiratosi dopo gli Europei. A gente come Ivovic, Darko Brguljan, Radovic e Mladjan Janovic il compito di sostituire l’ex Posillipo in quanto a carisma e di sfruttare quella che è forse l’ultima occasione olimpica per la generazione di talenti montenegrina. Quanto al resto della formazione, Gojkovic ha reinserito Klikovac lasciando a casa non Misic, poco utilizzato a Belgrado, ma il neo-triestino Vukcevic, per motivazioni disciplinari. L’altra novità è il rientro di Radic, preferito a Lazovic come alternativa tra i pali a Scepanovic.
    Il Montenegro a Rio de Janeiro 2016: Scepanovic e Radic (portieri), Dr. Brguljan, Paskovic, A. Petrovic, Da. Brguljan, Radovic, M. Janovic, Cuckovic, Ivovic, Misic, Klikovac, Jokic. All. Gojkovic (Draskovic e Pjesivac)

    Molina lascerà la Roja dopo i Giochi
    Molina lascerà la Roja dopo i Giochi
    SPAGNA. Europei e pre-olimpico hanno indicato la Roja come una squadra in crescita, capace di battere e mettere in difficoltà anche avversari più quotati. Per raggiungere una medaglia, la squadra di Hernandez dovrà necessariamente ribaltare qualche pronostico: la sensazione è che molto dipenderà dalla forma di Willy Molina, il sole attorno a cui ruota il gioco spagnolo, alla sua ultima competizione con la calottina della nazionale. Per il resto, poche novità se non il ritorno del difensore Roca, preferito in difesa al giovanissimo Bustos.
    La Spagna a Rio de Janeiro 2016: Lopez Pinedo e I. Aguilar (portieri), Minguell, Tahull, Español, F. Fernandez, Roca, Munarriz, Szirany, Alarcon, Molina, Echenique, Mallarach. All. G. Hernandez (fuori Bustos)

    STATI UNITI. Giovani ed anziani, con poche vie di mezzo: questo il gruppo formato da Dejan Udovicic per Rio 2016. Azevedo, alla quinta Olimpiade, Smith (alla quarta), Moses e Mann sono gli unici statunitensi con esperienze ai Giochi, mentre tra gli altri 9 debuttanti figurano i 19enni Dunstan e Hallock, oltre al “nostro” Cupido, ormai autentica stella della pallanuoto a stelle e strisce.
    Gli Stati Uniti a Rio de Janeiro 2016: Moses e Baron (portieri), Dunstan, Hallock, Obert, Roelse, Cupido, Samuels, Azevedo, Bowen, Bonanni, Smith, Mann. All. Udovicic
     

    Followers