mercoledì 11 maggio 2016

World League: Croazia k.o. ai rigori, Settebello in Super Final


ITALIA-CROAZIA 14-12 d.t.r. (2-1, 1-3, 2-2, 4-3; 5-3 ai rigori)
Italia: Tempesti, F. Di Fulvio 3, N. Gitto, Fondelli, Nora 1, Bodegas 1, Giacoppo, Gallo, C. Presciutti 3 (1 rig.), S. Luongo, Aicardi 1, Figari, Del Lungo. All. Campagna
Croazia: Bijac, Macan, A. Petkovic 4 (1 rig.), Loncar 1, Jokovic 1 (rig.), I. Milakovic, Muslim, Buslje, Fatovic 1, Pavlovic, Setka 2, Vukicevic, Marcelic. All. Tucak
Arbitri: Buch (Esp) e Ivanovski (Mne)
Note: sup. num. Italia 4/12, Croazia 4/8. Rigori: Italia 1/1, Croazia 2/3. Usciti 3 f. I. Milakovic nel III quarto, Buslje nel IV. Sequenza rigori: Gallo gol, Muslim gol, S. Luongo gol, Petkovic gol, Fondelli gol (Marcelic in porta), Jokovic gol, Presciutti gol (Marcelic in porta), Setka parato, Di Fulvio gol (Marcelic in porta).
Fatica, sbaglia, soffre, ma alla fine, più con i denti che con la qualità, il Settebello strappa la qualificazione alla Super Final di World League di Huizhou (21-26 giugno), appuntamento di grande importanza per la preparazione delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. L’Italia insegue a lungo la Croazia, priva di tre assi come Pavic, Sukno e Obradovic ma capace con il solito cinismo di sfruttare ogni occasione favorevole per comandare la partita nella sua fase più calda. Alla fine la obbliga al pari e ai rigori, guadagnando quindi la qualificazione prima della sequenza finale dai 5 metri che le regala anche la vittoria: un giusto premio, quest’ultimo, all’eccezionale pubblico di Siracusa, assiepato sugli spalti della Caldarella ben oltre la capienza ufficiale di 2500 spettatori. Non è un caso che il c.t. Campagna abbia scelto questa sede anche per il collegiale azzurro dal 2 al 12 giugno: prima di partire per la Cina, l’Italia respirerà l’amore del tifo siciliano. Campagna può essere fiero del carattere messo in acqua dai suoi, privi di due senatori e leader offensivi come Figlioli e Giorgetti, e delle conferme di alcuni singoli: Di Fulvio, ormai un leader, e Presciutti, regista lucido. C’è tanto da migliorare, invece, sull’uomo in più: anche stasera l’Italia è partita malissimo, per poi migliorare nel finale di gara. Preoccupante qualche passaggio a vuoto difensivo, sia a uomini pari che con l’uomo in meno. Da qui a Rio, dunque, gli azzurri dovranno lavorare parecchio.
Per sostituire Giorgetti, Campagna opta per il doppio mancino, inserendo nel 13 sia Gallo che Nora. Fondelli, invece, prende il posto di Figlioli, a riposo dopo la spiacevole vicenda che l’ha visto coinvolto sul lungomare di Recco. Per Velotto, non convocato dal c.t., c’è Figari, che affianca Gitto e Giacoppo nel lavoro sui centroboa croati. Senza Baraldi, d’altro canto, Bodegas è chiamato principalmente al ruolo di primo cambio di Aicardi ai due metri più che di difensore o variante tattica dagli esterni. In tribuna finiscono Nicholas Presciutti e Renzuto.
La partita viaggia su buoni ritmi sin dal primo quarto, con l’Italia molto attenta sui centroboa avversari e sempre pronta ad accelerare in ripartenza. L’inefficienza con l’uomo in più (0/3 in avvio, 1/6 all’intervallo lungo) impedisce agli azzurri di capitalizzare la propria superiorità nel primo quarto, ma in avvio di secondo un alzo e tiro di Di Fulvio regala il primo mini-break al Settebello (3-1). La Croazia, in difficoltà dopo il rigore parato da Tempesti a Jokovic, esce dall’impasse grazie alla doppietta inventata da Petkovic e a qualche controfallo di troppo fischiato ad Aicardi, che se la vede brutta contro la fisicità dei difensori croati. Poi i Barakuda passano addirittura in vantaggio con Loncar, perso in entrata dalla difesa azzurra, al primo vero grave errore della gara. Due svarioni di Bijac, su Nora e Aicardi (in superiorità) permettono al Settebello di tornare in vantaggio (5-4), ma la Croazia impiega poco a rimettere la testa avanti, sbloccandosi in superiorità con due gol di Setka (6-5).
Nell’ultimo quarto il Settebello si sblocca con l’uomo in più, ma anche la Croazia tiene pulita la sua percentuale, riuscendo a tornare in vantaggio a ogni pareggio degli azzurri. Dopo l’8-8 di Presciutti si assiste a un pasticcio tra giuria e arbitri, con il Settebello che rischia di subire un rigore per un presunto rientro anticipato di Giacoppo. Chiarito l’errore, la Croazia torna comunque avanti con Petkovic, micidiale su in più, per il 9-8 a 1’55’’ dalla fine, a cui Di Fulvio replica immediatamente con una magia da posizione 5. Il pescarese chiude la sua ottima partita rubando palla e servendo a Presciutti la palla della vittoria, ma il bresciano in uno contro zero si lascia scappare il pallone tra le mani. Tocca così a Tempesti, a 21’’ dalla fine, stoppare l’ultimo assalto croato. Si va ai rigori, risultato che basta al Settebello per volare a Huizhou. L’esito dei tiri dai 5 metri vale solo per le statistiche: Tempesti stoppa Setka, Di Fulvio trasforma il rigore decisivo, facendo esplodere la festa della Caldarella.

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