“SOGNO IL PRIMO TROFEO DA CAPITANO. TUTTI IN PISCINA PER SCRIVERE LA STORIA”
Valentino Gallo
"Va dove ti portano i sogni"...la cornice migliore per fotografare la lunga storia d'amore tra Valentino Gallo ed il "suo" Posillipo. Il mancino siracusano ci è riuscito perché, dopo oltre dieci anni vissuti all'ombra del Vesuvio, di quella squadra in cui sognava di giocare da ragazzo ora ne è diventato capitano, simbolo, bandiera. Senza dubbio è lui uno dei protagonisti annunciati e più attesi della prossima finale di Euro Cup. Lo è perché oltre al giocatore che, pur avendo giocato decine di finali nel corso della sua carriera, non nasconde di sentire particolarmente la prima da capitano, c'è un giocatore capace di incidere come pochi altri in occasioni del genere...
Valentino, siamo alla vigilia di una sfida che vale un'intera stagione. Che aria tira nello spogliatoio?
C'è la carica giusta, la voglia di scendere in vasca ma anche la tranquillità necessaria per affrontare partite di questo genere. Sono fiducioso perché vedo tanta serenità anche nei giocatori più giovani ed in genere chi affronta per la prima volta una finale tende, giustamente, ad essere un pò nervoso. Forse ci aiuta il fatto che giochiamo contro una squadra che conosciamo alla perfezione, ragazzi ed amici con cui spesso ci alleniamo e tutto questo sembra quasi farci dimenticare che in realtà ci stiamo andando a giocare un trofeo internazionale.
Per voi è stata, per lunghi tratti, una stagione piuttosto complicata: infortuni a ripetizione, difficoltà societarie e cambio di allenatore, ma proprio nei momenti più bui è venuto fuori il carattere del gruppo...
Credo che nessuno, noi compresi, si aspettava che saremmo arrivati a giocarci un trofeo così importante. Siamo partiti male ma abbiamo trovato la forza di ricompattarci ed alla fine siamo riusciti anche a smentire chi su di noi non ci avrebbe scommesso neanche un euro. Da capitano ho cercato di far capire al resto del gruppo cosa vuol dire indossare la calottina del Posillipo, chi siamo, e mi rendo conto che giocare in una della squadre più titolate d'Europa è una responsabilità mica da poco. Lo so perché ho sempre sognato di giocare per il Posillipo e so cosa vuol dire scendere in acqua per difendere i nostri colori.
A proposito di allenatore, quanto ha inciso la tranquillità che ha saputo restituirvi mister Occhiello?
Mauro è prima di tutto una persona eccezionale dal punto di vista umano, conosce bene lo spogliatoio e tutto l'ambiente rosso-verde per cui credo che la società non poteva fare una scelta migliore. Proprio per questo è riuscito a trasmetterci quella serenità che ci ha permesso di risollevarci, abbiamo capito che peggio di come stava andando non poteva andare e, così, sin da subito abbiamo ripreso a fare punti.
Facendo un passo indietro, invece, ricordiamo che tu sei l'unico giocatore presente in squadra ad aver alzato gli ultimi trofei del Posillipo. Il prossimo, però, potresti farlo da capitano...
All'epoca della Champions (2005 ndr) e della Supercoppa (2006 ndr) in squadra c'erano campioni di livello assoluto e questo mi ha permesso di vivere quella avventure senza troppe pressioni e responsabilità. Non ti nascondo, invece, che pur avendo giocato finali scudetto, di olimpiadi e mondiali, scendere in vasca da capitano è un'emozione davvero particolare ed essere, eventualmente, il primo ad alzare l'Euro Cup sarebbe una gioia immensa. Non sto più nella pelle anche perché il capitano avversario (Amaurys Perez ndr) per me è molto più di un amico, è come un fratello e per questo non vedo l'ora di affrontarlo.
Un avversario che in questa stagione vi ha sempre battuto e che, giustamente, può ritenersi favorito. Secondo te il ricordo di queste sconfitte potrà incidere sulla vostra prestazione?
Una della prime cose che mi hanno insegnato è che nello sport non deve esistere memoria. Bisogna scendere in vasca senza farsi intimidire dal valore dell'avversario e senza pensare a cosa è successo in passato. Da un certo punto di vista, anzi, credo che i precedenti stagionali possano caricare i nostri avversari di eccessiva pressione perché, anche io al posto loro, crederei di partire favorito. Noi abbiamo più qualità, loro più esperienza e forse una panchina più lunga ma le finali fanno storia a sé ed è sempre difficile indicare chi parta favorito.
I precedenti stagionali, però, vi avranno sicuramente insegnato qualcosa...
Per quanto ci riguarda credo che noi abbiamo patito tre situazioni in particolare: il loro gioco sui pali in superiorità numerica, ai due metri e i loro contropiedi, con Luongo che appena può prende e scappa via. L'Acquachiara, invece, soffre i nostri tiratori e spesso per marcare uno tra me, Radovic oppure Vincenzo (Renzuto Iodice) hanno preso gol dall'altro lato del campo. Anche loro hanno degli ottimi tiratori ma noi possiamo contare su Negri che, a mio avviso, dopo Tempesti è il miglior portiere in circolazione.
Piccola parentesi: il c.t. Campagna non sembra pensarla come te...
Il mio è un giudizio personale perché, da attaccante, conosco molto bene anche i portieri avversari ma quello che dice il c.t. è legge, non si discute. Il mister, fin qui, ha i risultati dalla sua parte e tutte le medaglie che ci ha fatto vincere stanno lì a dimostrare che ha sempre ragione lui.
Tornando alla finale di Euro Cup, invece, quanto influenzerà il fatto che si giochi su una doppia sfida?
Noi dobbiamo scendere in vasca tranquilli e dovremo essere bravi a non perdere la testa. Sia nel caso in cui dovessimo trovarci sotto o avanti di cinque/sei gol dobbiamo continuare a giocare con intensità, qualità e grinta. Solo se usciremo dall'acqua convinti di aver dato tutti il 101% potremo dire di aver fatto fino in fondo il nostro dovere.
Capitolo arbitri, fischietti stranieri: una garanzia?
Sinceramente non credo che l'arbitraggio sarà un fattore decisivo e ci tengo a sottolineare che anche gli arbitri italiani sono molto capaci. È pur vero, però, che in campo internazionale si applica un metodo diverso che permette maggiori contatti ed un gioco più fisico. Io lo preferisco ma non so dire se potrà agevolare una delle due formazioni anche perché, vedendo il nostro ed il loro cammino fino alla finale, nessuna della due ha incontrato particolari difficoltà.
Siamo quasi al momento dei saluti e, per par condicio, hai la possibilità di rispondere a Scotti Galletta che ti ha augurato di "continuare a vincere con la nazionale e di restare a secco con il club"...
Va bene, accetto la "provocazione", Andrea è un amico e, come già ho dichiarato in passato, se dovessero vincere loro sarei comunque contento per lui, Perez, Rossi e tutti gli altri amici che giocano nell'Acquachiara. Per cui non posso che rispondergli con un classico in bocca al lupo e che vinca il migliore...
Infine, chiediamo anche a te di invitare tutti i tifosi napoletani alla Scandone, per un evento che resterà a lungo nella storia della pallanuoto e non solo...
Più che un invito vorrei far capire ai napoletani l'importanza di questa finale. Napoli, portando due squadre in finale di Euro Cup, ha fatto la storia non solo della pallanuoto, italiana e mondiale, ma dello sport in generale. L'unico precedente, infatti, risale al 1997 quando Ujpest e Ferencvaros (Budapest ndr) si affrontarono in finale di Champions League. Detto questo non so che altro aggiungere per "convincere" gli appassionati a venire in piscina, ripeto, siamo nella storia, la stiamo facendo e tutti possono esserne protagonisti.
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